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20091231

MOUTH OF THE ARCHITECT - "QUIETLY" (2008)

Come certo saprete se seguite Audio_lesi da tempo, da queste parti lo sludge/post-metal è assolutamente gradito (ne è felice conferma il post qui sotto). Sempre grazie ai consigli di last.fm, ho ascoltato questi Mouth Of The Architect, di cui avevo sentito parlare senza mai approfondire.
Ladies & gentlemen, una ficata. "Quietly" è il terzo lavoro della band, proveniente dalla frumentosa (e, immagino, piuttosto monotona) terra dell'Ohio, e non potrebbe essere migliore di come è. Un trionfo sludge, che rispecchia tutti i crismi del genere (peccando forse un minimo in originalità): enorme, possente, mastodontico, tritatutto, atmosferico come un antico rituale pagano, schiacciasassi come Giampiero Galeazzi quando cammina. Tra le tracce, tutte molto interessanti e ben costruite, spiccano "Hate And Heartache" e "Generation Of Ghosts", quest'ultima comprendente anche una voce melodica femminile.
L'atmosfera glaciale e/o magmatica non manca, insomma: se amate il genere amerete "Quietly", semplicemente perchè è un ottimo disco.

P.S.: allego link alla pagina della band sul sito della loro etichetta (molto interessante), la Translation Loss Records.

Tracklist:
  1. Quietly
  2. Hate And Heartache
  3. Pine Boxes
  4. Guilt And The Like
  5. Generation Of Ghosts
  6. Rocking Chairs And Shotguns
  7. Medicine
  8. A Beautiful Corpse
Parte 1 ;-)
Parte 2 ;-)
via http://o-discordia.blogspot.com

OM - "CONFERENCE OF THE BIRDS"- (2006)



Gli OM sono un duo formato da Al Cisneros e Emil Amos , rispettivamente cantante/bassista e batterista.Il genere è uno stoner doom un po'sludge ispirato ai canti tibetani con una voce che ricorda un po'gli anni '70."Capperi" direte voi, e "capperi" ho detto io solo accorgendomi che questo disco è formato da due canzoni della durata di circa 15 minuti una e 17 l'altra.La noia non si fa certo sentire, anzi si entra in un'atmosfera ruvida e cullante allo stesso tempo.Anche loro presenti nel roster dei tremila concerti romani di inizio 2010!

Tracklist

1. "At Giza" 15.56
2. "Flight of the Eagle" 17.27

;-) via http://hellucinogenic.blogspot.com/2009/12/om-conference-of-birds.html

20091230

BARONESS - "BLUE RECORD" (2009)



Fu il caro xandreax a postare su queste fertili propaggini della rete blogspot il "Red Album" dei Baroness; un capolavoro, a mio avviso, tanto che lo inclusi nella mia playlist natalizia.
Oggi, dopo settimane di fitto cincischiare, ho ascoltato questo nuovo "Blue Record". Il commento è uno solo: CAZZO.



Tracklist:
1. Bullhead's Psalm
2. The Sweetest Curse
3. Jake Leg
4. Steel That Sleeps The Eye
5. Swollen And Halo
6. Ogeechee Hymnal
7. A Horse Called Golgotha
8. O'er Hell And Hide
9. War, Wisdom And Rhyme
10. Blackpowder Orchard
11. The Gnashing
12. Bullhead's Lament

;-) via http://thefinaltragedy.blogspot.com

20091229

LYKKE LI - YOUTH NOVELS (2008)


A prova che la Svezia non è solo tundra innevata e death metal avevo già parlato degli Shout Out Louds. Oggi però mi sento più frocietto e vado ancora sul più leggero: vado sull'indie-pop smielato, un po' elettronico e al femminile. Come il mio solito ero partito prevenuto qualche mese fa solo a sentire il nome Lykke Li. Mi domandavo "e mo' chi sono i Lykke Li?". E come al solito la mia ignoranza e il conseguente odio che si sparge sulle terre a me sconosciute erano infondati. Ti vengo a sapere che Lykke Li è una, è svedese, ha 23 anni e non fa indie-rock sputtanato. Allora tutto cambia. Veramente un disco carino. Molto soft, indie-pop leggero leggero con un paio di trombe qua e là e una manciata di elettronica, portato avanti dalla vocina piccolina piccolina della giovinetta svedese. Fa quasi tenerezza..



01. Melodies&desires
02. Dance, dance, dance
03. I'm good, I'm gone
04. Let it fall
05. My love
06. Little bit
07. Hanging high
08. This trumpet in my head
09. Complaint department
10. Breaking it uo
11. Time flies
12. Window blues

;) (via http://whenpanthersattack.blogspot.com/)

PAVEMENT -"CROOKED RAIN,CROOKED RAIN" - (1994)



Ne avevo già parlato nella mia playlist ma urge regalare un post a parte per questo gioiello della musica. I Pavement sono uno dei gruppi più importanti della scena lo-fi, ovvero di quella bella musica fatta nella maniera e nei modi più semplici, terra terra,a bassa fedeltà, insomma rasenti il pavimento (appunto...)."Crooked rain, crooked rain" contiente però canzoni che altro che la roba terra terra!!!Qui ci sono hit catchy come "Silence Kit" o la famosa "Cut your Hair" che non hanno nulla da invidiare a chi al giorni d'oggi con canzonette un po'del cazzo (ops) ma con ultra registrazioni de sta fava (ooops...robertotad, su un po'di contegno!!) pare che so tornati i Dipparpol...comunque vabbè, il disco è granfico.Vengono a Roma a maggio, il bilgietto costa un botto però è la storia, e avranno finito i soldi...

Tracklist:
1. Silence Kit
2. Elevate Me Later
3. Stop Breathin
4. Cut Your Hair
5. Newark Wilder
6. Unfair
7. Gold Soundz
8. 5-4=Unity
9. Range Life
10. Heaven is a Truck
11. Hit the Plane Down
12. Fillmore Jive

;-) via http://dabase57.blogspot.com/2009/12/pavement-crooked-rain-crooked-rain.html

20091228

LE PRÉ OÙ JE SUIS MORT - "[S/T]" (2007)

Tempo fa, ci profondemmo in generose lodi verso i The Armed, non sono per l'ottima qualità della loro musica, ma anche per aver diffuso gratuitamente in rete il loro cd. Quest'oggi Audio_lesi è orgoglioso di presentarvi un'altra band egualmente generosa, proveniente dalle fertili terre di Francia. "Le Pré Où Je Suis Mort" significa "il prato dove sono morto", e le immagini lugubri ed oscure che una locuzione simile richiama ben si adattano alle atmosfere evocate dall'ascolto di questo loro self-titled. Il genere è uno screamo meno caotico di quello dei vari Orchid, Loma Prieta e compagnia cantante (urlante?), più simile a quello dei primi Envy, a metà tra l'atmosferico ed il furibondo; la languida lingua francese, inoltre, ben si presta sia alla fase di speaking che a quella di scream vero e proprio.
Io ho trovato le quattro tracce dell'album molto, molto piacevoli: sofferte, intense, sentite. Ottimo lavoro!

P.S.: la copertina che vedete è quella del cd; il vinile ne ha una diversa.

Tracklist:
  1. Vision
  2. Une Fois De Plus
  3. Terre Promise
  4. Silence
;-) via http://www.denovali.com/lepreoujesuismort

20091225

TALKING ABOUT DESTRUCTION -"T.A.D." -(2005-2009)



Come regalo di Natale aggiungo un tassello al puzzle dei gruppi viterbesi presenti su Audiolesi. Questa raccolta contiene tutti i pezzi registrati dei T.A.D. partendo dall'ultimo "Gli inferi del sonno" cantato sfortunatamente dal sottoscritto, passando per "Colpirò Ancora" e finendo con le prime grezze canzoni del gruppo ai suoi albori.Siate gentili con i commenti...

Tracklist:
1. "Gli inferi del sonno"
2. "Colpirò ancora"
3. "No way to run"
4. "La vera faccia della medaglia"
5. "Kappa"
6. "Il protagonista"

;-)

VANDALS - OI TO THE WORLD! CHRISTMAS WITH THE VANDALS (1996)


Il disco perfetto per il cenone di Natale con i parenti. Tante belle risate.
Buon Natale cari Audio_lesi!

01. A gun for Christmas
02. Grandpa's last Xmas
03. Thanx for nothing
04. Oi to the world
05. Nothing's going to ruin my holiday
06. Christmas time for my penis
07. I don't believe in Santa Claus
08. My first Xmas, as a woman
09. Dance of the Sugarplum Fairies
10. Here I am Lord
11. C-H-R-I-S-T-M-A-S
12. Hang myself from the tree

;) (via http://punkrocksong.blogspot.com/)

20091223

DR. OCTOROCK - 8 BIT JESUS (2008)



Buone feste dagli Audio_Lesi con una fantastica rivisitazione 8-bit delle più sordide nenie natalizie. Non so quante copie avrà venduto il disco, ma il tale Dr. Octorock ha senza dubbio visto giusto, confezionando l'idea regalo perfetta per un qualsiasi geek del mondo occidentale. In Cina, in Sudan o negli Emirati Arabi Uniti un album del genere non avrebbe davvero senso...
a proposito, un felice e santo Natale a voi tutti, fortunati mortali cresciuti nella società globalizzata e tecnonomade. Che il nuovo anno ci porti tanti bei dischi, una nuova ondata di ottimismo ingiustificato e modi sempre nuovi di strumentalizzare la parola "libertà". Che ce n'è sempre bisogno.    




We Three Konami
Ryu the Red Nosed Ninja
Silent Knight Man
Carol of the Belmonts
Joy to Commando
Deck the Kremlin
Little Drummer Nemo
The Legend of Noel
Super Jingle Bros.

;-) - via http://ongakubaka.blogspot.com

20091222

AUDIO_LESI-PLAYLISYT 2009 (by robertotad)

Caro Babbo Natale, quest'anno sono stato un bambino buono perchè ho ascoltato questi dischi che tu hai deciso di far uscire nel 2009:

Fine before you came - Sfortuna.
Miglior disco del 2009.





NOFX - Coaster.
Grandi,immensi come sempre.Pure una canzone sugli Iron Maiden ("Eddie, Bruce and Paul")!Meglio di così?




MUM - Sing along to songs you don’t know.
Belli,emozionanti,viva l'Islanda music, ma maledetti...qualcuno sa perchè...





The armed - These are lights.
Di impatto, corrosivo.Poi sono dei grandi uomini, mettono il disco aggratisse ovunque, ci hanno ringraziato qui su audiolesi.Sono dei bravi.





Mono - Hymn to the immortal wind.
E'stato un anno di post, in tutti i sensi...





Architects - Hollow crown
Solo tre parole: FOLLOW THE WATER.Ecco gli architetti del metalcore.



Poi, caro Babbo Natale, sono stato strabuono quest'anno, perchè ho scoperto cose che già avrei dovuto conoscere!Chissà come ho fatto fino ad oggi a vivere senza:






Pavement - Crooked rain,crooked rain.
Maestri del lo-fi. Perchè non lo-fi?E perchè non lo-fi te?





Botch - We are the Romans
Insieme ai Converge sono maestri del math core.Storia.





Devo - Q:Are we not men? A:We are Devo.
Simpatici musicisti antichi ma attuali come mai.




Alcest - Souvenirs d'un autre monde.
Poesia black post rock metal dalla Francia, composta da un versatile artista chiamato Neige.La musica non ha frontiere.




Algernon Cadwallader - Some kind of Cadwallader.
Uno dei pochi gruppi che si possono permettere di dire :"Io faccio l'emo, quello vero. E se non ci credi ti gonfio".


Texas is the reason - Do you know who you are?
Uno dei tanti gruppi che poteva tempo fa dire :"Io ho sto creando l'emo quello vero.E gli Algernon Cadwallader lo faranno bene nel 2008. E se non ci credi ti gonfio".



E poi tanti altri ci sarebbero...ma spazio infinito non ce ne è...e la letterina gliela devo mandare oggi!!

Caro Babbo Natale, ti ringrazio per tutta questa cultura musicale offertami, ma mi chiedo: perchè esistono gli Attack Attack!?Non so se loro o i Broken Cyde vincono il premo per far più cacare nella storia...perchè le cacate di solito fanno ridere e fanno piacere, ma questi no, sono l'antimusica.



Cagata uno






Stracagata maxima due.

DIAMANDA GALAS - YOU MUST BE CERTAIN OF THE DEVIL (1988)




Il Natale si avvicina. Viste dunque le numerose feste a tema che la lieta ricorrenza porta con sè, quest'anno vi consiglio di condire il vostro pandoro con una bella spruzzatina di gorgoglìi abissali e, per dirla alla Poe, oscuri eoni senza fondo. Questo disco è senza dubbio il più "commerciale" della Galas (esclusi gli ultimissimi e avvincenti live solo voce e pianoforte) e ripercorre la sua tradizionale poetica dell'emarginazione sociale in chiave sorprendentemente maligna e glaciale. Un disco che spalancherà le vostre testoline imbalsamate di pubblicità e babbi natale e vi vomiterà addosso tutto il malessere di chi il Natale lo passa altrove. Tipo in una cella d'isolamento di un istituto psichiatrico sui Carpazi, graffiando il muro con le unghie e tentando invano di suicidarsi con una puntina da disegno.

The dogs have come today
The dogs have come to stay
The dogs want you to pay
And this is what I say:
The trick to saying prayers
When the devil’s in the way
Is to help god pull the trigger
On the dogs this judgement day
AMEN.





1- Birds Of Death
2- Double-Barrel Prayer
3- Let My People Go
4- Let's Not Chat About Despair
5- The Lord Is my Shepherd
6- Malediction
7- Swing Low Sweet Chariot
8- You Must Be Certain Of The Devil


;-) - via http://musictraveler.blogspot.com

ENVY - "ABYSSAL" (2007)


Un capolavoro che non poteva mancare dalle malinconiche spiagge invernali di Audio_lesi. Credete anche voi che gli Envy siano uno dei più grandi gruppi in attività sulla faccia della Terra? Vi vengono i brividi al solo sentire le gelidamente recitate/furiosamente urlate liriche in giapponese di Testuya Fukugawa? Soprattutto, siete anche voi convinti che "Insomniac Doze" ed il suo post-rock/screamo siano tra gli esempi più felici di quanto potere abbia la musica sui moti dell'animo delle persone? Bene.
Ascoltatevi "Abyssal".

Tracklist:
  1. A Road Of Winds The Water Builds
  2. All That's Left Has Gone To Sleep
  3. Thousand Scars
  4. Fading Vision
;-) via http://between-life-and-music.blogspot.com

LES DISCRETS/ALCEST - LES DISCRETS/ALCEST (2009)


Nuovo lavoro di Alcest aka Niege degli Amesoeurs. Split con i Les Discrets (che non ho capito ancora se sono in tre o se è uno solo (l'altro chitarrista degli Amesoeurs)), anche loro francesi, ed anche loro musicalmente depressi. Due pezzi per Alcest e tre (di cui l'ultimo una traccia demo) per i Les Discrets (non troppo degni di nota). I due gruppi hanno buttato nel calderone tutte le loro influenze per creare un amalgama di shoegaze, post-rock, black metal e post-punk. Un po' strana come roba. Alcest si è discostato dal simil post-rock del precedente lavoro per tornare alle origini "cantando" con il tipico timbro black metal. I due pezzi ricordano comunque mooolto gli Amesoeurs, il che è un bene (per me). I Les Discrets invece si dedicano al post: rock/punk/shoegaze/boh. Comunque roba tranquilla e presa a male. Come già detto però non entusiasmante. Il tipico caso in cui l'artista "principale" chiama l'amico e gli propone uno split con il suo gruppo per non far uscire un ep di un paio di pezzi/ammortizzare le spese/ricambiare un favore fatto in passato.

Ps. Le copertine sono due, una a lato. Anche la versione cd ha due copertine perché in digisleeve.

01. Les Discrets - L'échappée
02. Les Discrets - Après l'ombre
03. Les Discrets - Song for mountains (demo)
04. Alcest - Percées de lumière
05. Alcest - Circe poisoning the sea

;) (via http://igneselevanium.blogspot.com/)

20091221

THEM, ROARING TWENTIES - "FUTURE SANDWICH" (2008)


Follia pura. Fondamentalismo estremo. Ecco cosa ho pensato al primo ascolto dei Them, Roaring Twenties. Avete presenti i grandiosi Maps & Atlases? Bene, immaginate il finger-tapping ed i tempi di batteria storti all'ennesima potenza, ma davvero esagerando; buttate in mezzo voci narranti, armoniche a bocca, innesti elettronici ed altre amenità del genere; frullate abbestia ed avrete lo sconcertante risultato. Anche gli amanti del math-rock rimarranno sgomenti al primo ascolto: è necessario superare lo shock per apprezzare.
Comunuque, la band si forma a Chicago nel 2005. Scelgono come nome iniziale The Roaring Twenties, trasformandolo poi in Them, Roaring Twenties (con la virgola) perchè faceva più "lunch lady talk" (e spesso la gente si confonde ai loro concerti, aspettandosi, dopo aver letto il flyer, di vedere due band: i Them ed i Roaring Twenties). Suonano assieme evidentemente dodici ore al giorno, perchè sono dei mostri assoluti, e nel 2008 fanno uscire, sotto Sick Room Records (label mai sentita) questo loro Future Sandwich (tra l'altro il packaging comprende un gioco da tavolo!).
Di certo l'album richiede un po' di indulgenza, necessario a superare un impatto quantomeno bizzarro ed un uso ambiguo (il "look out behind you or the sandwich will come in and eat you" è odioso) del vocoder, a metà strada tra la perizia estrema dei Mogwai e la frociaggine scandalosa degli Attack! Attack!. Abbattuti questi due ostacoli, ci si diverte: ventiquattro minuti di disordine mentale, caos supremo, delirante brodo primordiale. Una zuppa di assurdità, servitavi con amore dal sevizio catering di Audio_lesi.

Tracklist:
  1. It's Time For a Dip In The Secretarial Pool
  2. Harry Caray Frontier Guide Hawkeye
  3. We Prefer a Little Hair Down There
  4. Go To WWW.EEo8.Net/Free Stuff
  5. Labia Arabia
  6. Fast Acting Nite-Nite Spray With Realistic Uncle Beard
  7. One Always Looks Neat In a Hat Made Of Meat
  8. 10 Million Scientologists Can't Be Wrong
;-) via http://twinklyshit.blogspot.com

20091219

THE CURE - SEVENTEEN SECONDS (1980)




Gelidi come un calippo primordiale, ecco a voi il gruppo che, negli anni 80, ha mietuto più vittime del virus dell'HIV. Noi per questo li lodiamo e rendiamo grazie al principe degli scapigliatoni, Robert Smith che, con una naturalezza fuori dal comune, con poche note distorte riuscì a traghettare un'intera generazione nell'abisso del nichilismo con la sola imposizione della lacca.
Dopo le note scanzonate del celeberrimo debutto "Boys don't cry", la sua acconciatura assume forme sempre più bislacche e inquietanti. Il rossetto si squaglia e il fondotinta comincia a fare la sua inesorabile comparsa. Cominciano i primi guai con whiskey. Nel frattempo, lo spirito santo scende sul bassista Simon Gallup. Lo stato di grazia produrrà alcuni dei giri più significativi degli ultimi trent'anni. Il resto è storia, oggi Smith i abboffa di cheeseburger e suona il banjo sotto la doccia. Ma noi gli vogliamo bene lo stesso.



01 - A Reflection
02 - Play for Today
03 - Secrets
04 - In Your House
05 - Three
06 - The Final Sound
07 - A Forest
08 - M
09 - At Night
10 - Seventeen Seconds


;-) - VIA http://mussiqa.net

HAVE HEART - SONGS TO SCREAM AT THE SUN (2008)


E' arrivato il momento di postare gli Have Heart. Dopo aver letto i testi capisco che erano :'( uno dei migliori gruppi in circolazione nella scena hardcore. Quello che i Verse hanno contribuito a creare con "Aggression", gli Have Heart ad un mese esatto di distanza l'hanno elevato al massimo cui si poteva arrivare. E, con tutto il rispetto e la gloria dovuta ai Verse, gli ha detto bene a stampare il disco per primi, perché se fosse uscito prima "Songs to Scream at the Sun", "Aggression" sarebbe passato in secondo piano. Invece è successo l'opposto. Sicuramente gli Have Heart quest'anno hanno raggiunto il picco di hype, ma appena uscito il disco si era ancora nel periodo di stordimento (in senso buono eh) causato da "Aggression". E se i Verse hanno fatto avvicinare un sacco di gente all'hardcore, ahimé parecchi si sono fermati a loro e non hanno esplorato più in profondità. Per questo sapendo che Audio_lesi è il blog più visitato dopo il sito della Casa Bianca, cerco di indottrinare il vasto pubblico che si è perso per strada.
Chi ha detto che l'hardcore se suonato da straight edge debba essere per forza positive? Chi ha detto che deve essere per forza tuppatuppa? Tempi lenti (ogni tanto qualche sfuriata è di dovere, intendiamoci), voce incazzata, tante emozioni. Soprattutto rabbia. Niente politica; tutti testi personalissimi scritti da Patrick Flynn (cantante della band, trall'altro ultragiovane), che si sfoga tramite carta e penna. Non è rabbia spiattellata lì così, ma sono testi pensati e musica con il cervello. Da ciliegina sulla torta fanno i cori, lontani ed abnormi che sembrano diretti da un maestro d'orchestra. Tutto questo racchiuso in una ventina di minuti. Per me "Songs to Scream at the Sun" è il miglior disco hardcore del decennio.

Ps. Ah, manco a dirlo sono di Boston (e hanno un chitarrista giapponese). Rispetto massimo!

Lyrics

01. The same son
02. Bostons
03. Pave paradise
04. On the bird in the cage
05. Brotherly love
06. No roses, no skies
07. The taste of the floor
08. Reflections
09. Hard bark on the family tree
10. The same sun

;) (via http://watchthetapes.blogspot.com/)

THE MOLDY PEACHES - "[S/T]" (2001)


Quando uno pensa ad un vecchio amico, solitamente riflette sul fatto che era solito frequentarsi moltissimo con lui in passato e che, ad ogni ritrovarsi, ci si vuole bene come se non ci si fosse mai separati: si ritrovano le affinità, l'affetto, il calore dello stare insieme. Bene, questo disco per me è un po' così. Persistente compagnia sonora anni addietro, gradevole rifugio nei tempi moderni.
La storia del self-titled dei The Moldy Peaches è d'altronde anch'essa frutto di un percorso lungo anni. L'album venne registrato e pubblicato nel 2001 (tra l'altro, l'11 settembre: notate il profetico titolo di una delle tracce), ma ha conosciuto una più ampia fortuna solo dopo l'uscita e il grande successo del (carinissimo) film Juno, della cui colonna sonora il pezzo "Anyone Else But You" fu parte. Il gruppo, che si era ormai sciolto, celebrò quindi questa "rinascita" con qualche show dal vivo negli Stati Uniti.
Chi sono i The Moldy Peaches? Newyorkesi come e più di Ellis Island, il gruppo è (era) capitanato da Adam Green, noto per la sua (a mio avviso debole) carriera solista e per la collaborazione continua con la scena indie della Grande Mela (The Strokes su tutti), e da Kimya Dawson, prolifica lo-fi artist dopo lo scioglimento del progetto TMP. Attivi dal '99 al 2004, come detto calcarono di nuovo le scene per un breve periodo, tra il 2007 ed il 2008.
Il disco in questione è davvero bello. Diciannove tracce a cavallo tra indie folk, lo-fi, sezioni più garage e brani quasi art punk: prevale comunque l'elemento intimista, confidenziale, pacato, infantile. Semplicissimi, minimali, roba da una chitarra scordata e due pezzi di batteria, più le voci dei due frontman: questo basta (ed è nei fatti la sola strumentazione per la maggior parte dell'album) per confezionare un piccolo gioiellino. Persino il cantare di droghe e sesso orale diventa di un'innocenza disarmante. "The Moldy Peaches" è il disco ideale per l'indie-nerd alla Ellen Page/Michael Cera: chiunque altro lo troverà comunque molto, molto piacevole.

P.S.: il video di "Lucky Number Nine" si basa su una versione diversa della traccia sull'album. Molto molto fico, comunque.



Tracklist:
  1. Lucky Number Nine
  2. Jorge Regula
  3. What Went Wrong
  4. Nothing Came Out
  5. Downloading Porn With Davo
  6. These Burgers
  7. Steak For Chicken
  8. On Top
  9. Greyhound Bus
  10. Anyone Else But You
  11. Little Bunny Foo Foo
  12. The Ballad Of Hellen Keller & Rip Van Winkle
  13. Who's Got The Crack
  14. Lucky Charms
  15. D.2 Boyfriend
  16. I Forgot
  17. Lazy Confessions
  18. NYC's Like a Graveyard
  19. Goodbye Song
;-) via http://microtrees.blogspot.com

20091218

SPARTA -"PORCELAIN"- (2004)-



Già presenti nel nostro roster, ripropongo i diavoli di El Paso, gli Sparta.Questo disco è diverso dal già citato capolavoro Wiretap Scars, sotto vari punti di vista. Innanzitutto è molto più melodico e meno graffiante, la voce di Jim Ward accompagna un po'di meno i ricchi accattivanti ritornelli di muri di chitarre per darsi di più a creazioni dal senso nostalgico quasi come se cantasse di suoi vecchi ricordi. In effetti in questo disco si parla di cose non proprio allegre.Jim Ward ha da poco perso un cugino, Jeremy Word (manipolatore di suoni dei The Mars Volta), il padre (ne parla in "Death in the Family") e un suo carissimo amico ("Travel by Bloodline"), e proprio queste due ultime perdite hanno influenzato il clima dell'album. Bellissima la prima canzone "Guns of Memorial Park".Questi sono gli...SPARTA! (...questa me la potevo risparmiare).
POST scriptum:Allego video di "Breaking the broken" esibita al David Letterman Show.Noi ci teniamo Apicella a "Porta a Porta" e a "Pomeriggio Cinque", e loro gli Sparta al David Letterman Show...povera Italia!

Tracklist:
1. "Guns of Memorial Park" – 3:49
2. "Hiss the Villain" – 3:27
3. "While Oceana Sleeps" – 4:24
4. "La Cerca" – 3:43
5. "Breaking the Broken" – 3:47
6. "Lines in Sand" – 6:02
7. "End Moraine" – 4:26
8. "Death in the Family" – 3:37
9. "Syncope" – 1:19
10. "Tensioning" – 5:59
11. "Travel by Bloodline" – 3:06
12. "P.O.M.E." - 0.47
13. "From Now to Never" – 8:39
14. "Splinters" – 4:23



Purtroppo anche io ho infranto dei copyright,e sono stato bacchettato dalle alte sfere come il buon xandreax, quindi se volete il disco lo dovete cercare su captaincrawl o in giro da qualche parte...o sennò compratevelo così facciamo tutti contenti...

DO MAKE SAY THINK - "WINTER HYMN COUNTRY HYMN SECRET HYMN" (2003)

Così come leggere Melissa P. non è faticoso tanto quanto l'avventurarsi nell'"Ulisse" di Joyce, anche nel campo della musica, di cui Audio_lesi si fregia di essere il vostro personale messaggero, ci sono dischi più o meno impegnativi. Bene, i Do Make Say Think suonano roba mooolto ostica. Ci ho messo diversi ascolti per entrarci dentro. Però, signori miei... Ne vale assolutamente la pena.
"Suvvia, fremiamo dalla curiosità di sapere di che genere stiamo parlando", diranno i più impazienti di voi. Ebbene, sinceramente, non lo so. Post-rock per la maggior parte del tempo. Math-rock per una buona fetta del resto. Roba goja (ormai dovreste aver appreso il termine) a go-go(ja). Batteria di stampo estremamente jazzistico. Sassofoni e clarinetti. Violini e trombe. Emozione a non finire. Vesti divelte, capelli strappati, lacrime e piagnistei. Gioia di correre nei prati con i ragazzini del video di Glósóli. Un po' di sana schizofrenia. Musica preziosa, da consumare con accortezza ed attenzione: guai ad ascoltare distrattamente, e mandarla sprecata.
Tra tutto ciò che ho avuto modo di sperimentare del nutrito catalogo discografico dei DMST (provenienti anch'essi, guarda caso, dal Canada), "Winter Hymn Country Hymn Secret Hymn" è stato l'album che, seppur dopo qualche tempo, mi ha più conquistato il cor. Non scoraggiatevi né persistete se, al primo impatto, siete perplessi. I nostri originali amici hanno bisogno di un po' di tempo, il cui impiego sapranno compensare più che adeguatamente. Buon ascolto.

P.S.: Tra l'altro, è da poco uscito un nuovo LP, "Other Truths". Spero in qualche italica data.

Tracklist:
  1. Fredericia
  2. War On Want
  3. Auberge Le Mouton Noir
  4. Outer Inner & Secret
  5. 107 Reasons Why
  6. Ontario Plates
  7. Horns Of a Rabbit
  8. It's Gonna Rain
  9. Hooray! Hooray! Hooray!
;-) via http://badyearmedia.blogspot.com

20091216

ARCADE FIRE - "FUNERAL" (2004)

Sempre affezionatissimo pubblico di Audio_lesi, mi occupo testè di integrare il catalogo del blog capocannoniere della Serie A '87/'88 con quello che è uno dei vertici raggiunti dall'indie-rock negli ultimi anni. Mi auguro conosciate tutti gli Arcade Fire, e se non li conosciate, conosciateli qui: trattasi di band canadese (non è più necessario profondersi in elogi per il paese dalla foglia d'acero - ormai il nostro amore per esso è oltremodo manifesto -), proveniente da Montreal, capitanata dagli sposi felici Win Butler e Régine Chassagne e comprendente almeno sette membri (fino a dodici nelle performance dal vivo). "Funeral", nome macabro per un album in realtà solare come gli ecosostenibili pannelli, è il loro debutto. Signori, è una ficata. Ventiseimila migliaia di miliardi di strumenti si uniscono in canzoni, sinfonie ed inni: alla gioia, alla vita, alla natura. Il sapore della squisita pietanza servitaci dal collettivo canadese è generalmente pop, ma è lo speziato retrogusto indie, assieme ad un tocco bohéme/follettistico/invernale, a definire con decisione le sensazioni del palato. Secondo me, "Funeral" è un must have, e "Rebellion (Lies)" uno dei migliori dieci brani musicali dal 2004 ad oggi. Ringrazio l'amico Genericl per avermelo riportato alla memoria, grazie allo stereo della sua fiammante autovettura.

Tracklist:
1. Neighborhood #1 (Tunnels)
2. Neighborhood #2 (Laïka)
3. Une Année Sans Lumière
4. Neighborhood #3 (Power Out)
5. Neighborhood #4 (7 Kettles)
6. Crown Of Love
7. Wake Up
8. Haïti
9. Rebellion (Lies)
10. In The Backseat

;-)
via http://awesomerock-sam.blogspot.com

SNAKEFINGER - CHEWING HIDES THE SOUND (1979)



 Philip "Snakefinger" Lithman è nato il 17 giugno 1949 a Londra, a vent'anni si trasferisce a San Francisco, dove si unirà ben presto alla cricca dei Residents (compare infatti nei loro album fondamentali). Ah, dimenticavo, Snakefinger suona la chitarra, e la suona con uno stile assolutamente unico, irriproducibile. Dopo aver messo su una sua band - i "Chilli Willi and the red hot peppers" - il buon Philip raggruppa poi un altro gruppo di maniaci psicolabili travestiti da musicisti (i "Vestal virgins") coi quali inciderà il qui-presente "Chewing...", ma anche altri album di notevolissima fattura ("greener postures" in primis e "manual of errors").

Il disco parte con una cover (The Model dei Kraftwerk), versione che io addirittura preferisco all'originale. Da segnalare anche l'epica versione della morriconiana "Magic & Ecstasy", mai sentito nulla di paragonabile in vita mia. "Kill the great raven" è un proto-reggae-sintetico, mentre "Jesus was a leprechaun" è una simpatica allegoria della crocifissione. Ogni traccia è un viaggione. Vi consiglio caldamente di comprarlo (sempre se lo trovate) nella doppia ristampa con "Greener Postures", altro disco da paura che conto di proporvi in futuro. Curiosità: la cover del disco compare per due secondi nel film "Paz!". 

Save me from Dalì


1. The Model
2. Kill The Great Raven
3. Jesus Was A Leprechaun
4. Here Comes The Bums
5. The Vivian Girls
6. Magic And Ecstasy
7. Who Is The Culprit And Who Is The Victim?
8. What Wilbur?
9. Picnic In The Jungle
10. Friendly Warning
11. I Love Mary
12. The Vultures Of Bombay


;-) - via http://thethingonthedoorstep.blogspot.com

20091215

YUPPIE FLU - "DAYS BEFORE THE DAY"- (2003)-



Amanti dei The Notwist, smettetela di infastidire capi di governo con lanci di oggetti contundenti e fatevi sotto per riscoprire le gioie del paese italico!Non serve prenedere l'aereo e andare in Germania per beneficiare dell'indie rock un pochino elettronico, basta guardarsi un po'intorno e scoprire i mitici Yuppie Flu ormai in attività dal 1997."Days before the day" è un disco molto calmo, quasi d'atmosfera, melodico a non finire con voce quasi sempre al limite tra il cantato e il sussurrato.I ritornelli catchy quasi sempre la fanno da padrone in "Food for the ants" (singolo del disco)e nella carinissima "Eyes of dazzling bright".Allego simpatico video di "Food for the ants".

Tracklist:
1. Drained by diamonds
2. Food for the ants
3. Spring to downcomers
4. I feel lucky
5. All that shines
6. Eyes of dazzling bright
7. Dreamed frontier
8. Silverdeer
9. Female scientists
10. Now and on



;-) via http://breakfastjumpers.blogspot.com/2009/12/yuppie-flu-days-before-day-2003.html

20091214

PHONORAKES - ALDILA' DI TUTTO (1998)

http://web.archive.org/web/20060521001156/www.rockface-records.co.uk/stock/phonorakes-aldiladitutto-51-full.jpg

Quella che vi propongo oggi è una chicca di quelle che solo il panorama punk-noise-core anni Novanta poteva offrirci. I Phonorakes sono (erano, ahimè) una band di Fasano, la ridente cittadina pugliese che, situata tra la Valle d'Itria e il mare, mi diede i natali. Questo disco è un po' il simbolo del rinascimento diy fasanese, consumatosi appunto durante i nineties, e di cui ora non restano altro che ceneri dorate. Ricordo ancora con certo trasporto quegli anni, quando su una popolazione di 40.000 abitanti c'erano almeno una dozzina di band di altissimo livello (per la maggior parte sotto l'etichetta Rumble Fish). E' dunque con un po' di emozione che vi ripropongo "Aldilà di tutto". Un'imponente testimonianza di quanto noi italiani siamo stati e saremo sempre brava gente.


Tracklist:
1. strateghi
2. fino in fondo
3. teste vuote
4.senza idee
5. fino in fondo
6. oltre golpe

;-)

20091213

AUDIO_LESI - PLAYLIST 2009 (by xandreax)

Il 2009 è stato un anno musicalmente interessante. Il 2008 molto di più, però ci accontentiamo.
Non tutti i dischi della playlist li potete trovare su Audiolesi, vuoi che ancora non mi sono deciso di postarli, vuoi che non voglio. In ogni caso vi lascio i link downloadabili se non presenti sul blog.

Top 9 del 2009 (poca roba per me è uscita quest'anno):




01. Converge - Axe to Fall
Che te lo dico a fare?




Quest'anno sono tornati. E hanno fatto la loro porcaccia figura.



03. Architects - Hollow Crown
Con questo terzo lavoro sono passati dal technical metalcore al post-hardcore nel senso new school del termine: roba da giovini insomma. L'impatto ti spettina.




04. Alexisonfire - Old Crows / Young Cardinals
Post-hardcore new school meets post-hardcore old school. Evviva il Canada.





05. Mastodon - Crack the Skye
Un bel viaggione.




06. Lewd Acts - Lung Patrol
Nel 2009 è uscito anche il loro lp. Però ancora non ci sto in fissa quanto con questo ep.




07. Q-Tip - Kamaal the Abstract
Almeno non mi si può dire che ho la top completamente monogenere.



08. Set Your Goals - This Will Be the Death of Us
Pop-punk giovialissimo come i New Found Glory insegnano + attitudine hardcore come i Terror insegnano = Set Your Goals. Totalmente estivo.





09. The Armed - These Are Lights
Ve lo dico alla viterbese: questi so goji fracichi!



Il 2009 è stato invece per me prolifico per quanto riguarda le scoperte. Mi sono anche contenuto per non esagerare..
Le metto in ordine alfabetico perché non ho preferenze.

Scoperte dell'anno:




Baroness - Red Album (2007)
Sludge + prog rock = musica fica.





Bright Eyes - I'm Wide Awake, It's Morning (2005)
Strappalacrime. Decisamente strappalacrime.





Danzig - Danzig (1988)
E pensare che all'inizio non mi piaceva. Lode al re oscuro!





Defeater - Travels (2008)
Sicuramente la migliore scoperta dell'anno.





Genghis Tron - Dead Mountain Mouth (2006)
Che casino!





Isis - Oceanic (2002)
Capi assoluti dello sludge.





mewithoutYou - Brother, Sister (2006)
Oh Cristo Santo!





More Than Life - Brave Enough to Fail (2008)
Cantante piagnone. UK hardcore.





My Bloody Valentine - Loveless (1991)
Fissascarpe.





Raein - Ogni Nuovo Inizio (2008)
Screamo all'italiana.





The Smiths - The Queen Is Dead (1986)
Mea culpa che ci sono arrivato solo ora..





Trap Them - Seizures in Barren Praise (2008)
La Deathwish impera.





Vampire Weekend - Vampire Weekend (2008)
Magnifico. Puramente magnifico.



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