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20090627

WEEZER - PINKERTON (1996)


Let's talk about Weezer. Gruppo che a primo ascolto può sembrare nulla-di-che, con il suo pop-punk smielato e i suoi video divertenti (chi non ha mai visto il video di Buddy Holly, con Fonzie e compagnia bella??). Comunque dicevo un "gruppetto".. E invece no! E' qui che vi volevo! Il pop-punk smielato in apparenza, nasconde in verità testi profondi e radici in quella musica "emozionale" degli anni '90 che tanto ci piace! Fattostà che i loro primi tre dischi (Blue album/Pinkerton/Green album) sono dei capolavori.. Ognuno con qualcosa di particolare suo proprio. E questo ha di particolare il fatto che il cantante/chitarrista (antitesi del frontman, cioè piccoletto e mingherlino con occhialoni da nerd e zero stile (anche se quello stile si rivela poi uno stile vero e proprio sempre del filone "emo", però vabbè)), tale Rivers Cuomo (ahaha Cuomo), parlava a proposito di questo disco come fosse la loro peggiore uscita. Quoto:"It's a hideous record... It was such a hugely painful mistake that happened in front of hundreds of thousands of people and continues to happen on a grander and grander scale and just won't go away. It's like getting really drunk at a party and spilling your guts in front of everyone and feeling incredibly great and cathartic about it, and then waking up the next morning and realizing what a complete fool you made of yourself."
Secondo me si sbagliava di grosso.. Già la copertina è magnifica, in quanto riprende una stampa giapponese ukiyo-e di una delle "53 stazioni del Tokaido" di Utagawa Hiroshige (1797-1858). In più l'intero disco è un concept sull'opera di Puccini "Madama Butterfly". Diciamo pure il loro disco più elaborato. Ma quello che colpisce più di tutti è la ruvidità dei pezzi, con questo suono di chitarra marcio e questi accordi disperati. Non lo so, qunado ho sentito per la prima volta questo disco sono rimasto a bocca aperta.. Volete sentire gli Weezer come non li avevate mai sentiti?
Eccovi accontentati!

01. Tired of sex
02. Getchoo
03. No other me
04. Why bother?
05. Across the sea
06. The good life
07. El scorcho
08. Pink triangle
09. Falling for you
10. Butterfly

;)

GOODBYE JACKO

vogliamo ricordarlo così


20090625

BAND OF THE TAOIST ASSOCIATION OF WUDANG MOUNTAINS - "THE MYSTERIOUS CHARM OF WUDANG" (???)

Inizio questo post (che non è "-rock") con una piccola premessa: non so nulla di questo disco (ho anche cercato doviziosamente delle informazioni, ma niente). Mi sono semplicemente imbattuto in esso, sfogliando gli articoli ancora da leggere su Google Reader, e, visto che il nome del "gruppo" (?) è eccezionale, ho scaricato. Musica tradizionale cinese. Perdiana, una ficata estrema. Nelle 9 tracce di cui si compone l'opera c'è un senso estetico raffinatissimo, che si sviluppa nel trillare quieto degli strumenti a corda, nelle percussioni pacate, nella naturalezza degli archi, nelle voci che soavemente intonano quelle che mi piace pensare siano antiche poesie nella lingua degli Han. Composizioni estremamente rilassanti, ampie, confucianamente atarassiche, armoniose, che sanno di foreste e montagne e bambù. Diamine, scaricatevelo e sentitelo prima di dormire, o studiando, o ragionando sul come arginare le frequenti scorrerie dei Mongoli. Ne vale assolutamente la pena.
P.S.: la foto che ho messo non è la cover (che è ignota al mondo di internet), ma l'immagine che ho trovato nel post dal quale ho attinto (su AbsurdPlaza). Su Last.FM ce ne sta un'altra (e neanche quella è la copertina), ma questa mi piaceva di più.

Tracklist:
  1. Praise Of Zundao
  2. Buddha Of Dawusheng
  3. Rhythm Of Chengqing
  4. Confucian Classics Of Muben
  5. Small Praise
  6. Small Kaimen
  7. Outline
  8. Palace Of Sanqing
  9. Rhythm Of Qitan
;-)

20090624

THE BEATLES - "WHITE ALBUM" (1968)

http://blogs.wnyc.org/soundcheck/files/2008/11/white-album-cover.jpg
Ascoltavo questo disco in macchina, ieri. E pensavo a quanto stesse avanti (tant'è vero che ho chiamato il buon Regular J. per un'esatta collocazione cronologica). Mon dieu, era il 1968!
C'è di tutto, dallo swing all'hard rock (Helter Skelter poteva essere un pezzo dei Led Zeppolen), dall'arpeggetto bucolico alla cacofonia più terrificante (Revolution 9). Le parole sono già troppe, basta ascoltarlo per capire che è tra i primi 5 album più ispirati della storia.

Track List:

CD1

01 - Back In The USSR
02 - Dear Prudence
03 - Glass Onion
04 - Ob-La-Di, Ob-La-Da
05 - Wild Honey Pie
06 - The Continuing Story Of Bungalow Bill
07 - While My Guitar Gently Weeps
08 - Happiness Is A Warm Gun
09 - Martha My Dear
10 - I'm So Tired
11 - Blackbird
12 - Piggies
13 - Don't Pass Me By
14 - Why Don't We Do It In The Road
15 - I Will
16 - Julia

CD2

01 - Birthday
02 - Yer Blues
03 - Mother Nature's Son
04 - Everybody's Got Something To Hide Except Me and My Monkey
05 - Sexy Sadie
06 - Helter Skelter
07 - Long Long Long
08 - Revolution 1
09 - Honey Pie
10 - Savoy Truffle
11 - Cry Baby Cry
12 - Revolution 9
13 - Good Night

:-)

20090623

COLOSS - PLAY FAST (2003)


Stavolta si rimane in Italia, e più precisamente nella capitale, e più precisamente nel quartiere Monteverde. Vi propongo questo bel disco perché ricade in entrambe le 2 caratteristiche dei soliti post che faccio, cioè è "core" e non dura una mazza. "Core" perché si parla di hardcore come al solito. Però forse è più punk (però ha sfuriate iperfast (quasi grind), però ha un paio di stacchi hip-hop). Un terzetto punk-hardcore molto molto molto divertente, (mi dispiace dirlo ma più divertente su disco piuttosto che live), caratterizzato da 2 voci fuori dal normale (una "alta"(chitarrista) e una "bassa"(bassista), sentirete poi), canzoni brevissime e cambi di tempo assurdi e repentini. Non dura una mazza perché sono 17 brani in poco più di 15 minuti (che poi i minuti sarebbero 12, perché la penultima canzone inspiegabilmente inizia con tre minuti di silenzio..). Quindi il titolo del disco è azzeccatissimo. Un bel quartodora passato allegramente. Chiudo citando le parole di Angioletto (saggio personaggio beneamato e affermato nella Tuscia) "I Coloss? So' perfetti! So' in numero perfetto, fanno il genere perfetto e la durata dei pezzi è perfetta!" (per entrare nel personaggio dovrete pronunciare la frase con calata viterbese e ripetrela all'infinito fino a che qualcuno vicino vi dice di piantarla perché ha capito. Questo è come la consuetudine di Angioletto vuole)

01. Fight
02. xxx
03. Hardcorers just want to have fun
04. 8
05. It's normal to change your life
06. The rock
07. Shavin'
08. Different ideas about punk
09. Die hard (still here)
10. The weekender
11. Feelings must not be confused with reality
12. yyy
13. Lack of internet
14. They used to call me nuisance
15. A handful of seconds for a basic concepts
16. No doubt
17. Teen heroes

;)

MAPS AND ATLASES - "TREE, SWALLOWS, HOUSES" (2006)

Sono colpito. Estremamente, felicemente, entusiasticamente stupito. I Maps & Atlases (sì, c'è "&"e non "And" in mezzo al nome, ma blogger non me lo fa scrivere sul titolo del post, né nella tag in fondo - fottutissima tecnologia) sono una band di Chicago, Illinois, i cui membri, nella migliore tradizione rock'n'roll, si sono conosciuti al college, nel 2004. L'anno successivo pubblicano il loro primo EP. Altri dodici mesi dopo, esce "Tree, Swallows, Houses", autoprodotto (poi ripubblicato nel 2007 da Sargent House). Signori, signore, gentile pubblico di Audiolesi: trattasi di una bomba pazzesca. Ho delle difficoltà nel definire propriamente il genere caratterizzante i nostri cari compaesani del presidente Obama: credo, però, che la maggior parte del loro sound possa essere inquadrata nella felice, originale e prolifica cornice del math-rock. I Maps & Atlases hanno qui radunato sette pezzi, per un totale di 24 minuti, nevrastenici e strombazzanti, irregolari, spezzettati, un po' lo-fi ed un po' indie, con tanta, tanta tecnica ed uno stile personale davvero d'impatto. Ci sento dentro un po' di Don Caballero, una cucchiaiata di Algernon Cadwallader, mezzo etto di Battles, un pezzettino di Giraffes? Giraffes!, un misurino di Owls e, perchè no, una spolverata (in fondo in fondo, però) di American Football. Ciò che caratterizza di più i Maps & Atlases, però, sono loro stessi. Un disco convincente, piacevole da ascoltare a ripetizione (almeno fino al sopraggiungere degli spasmi), che dimostra, quasi sarcasticamente, come non serva fare per forza metal per dare sfoggio di abilità. Soprattutto: un disco dove la tecnica non è autoencomiastica, ma davvero funzionale alla piacevolezza del tutto. Evviva!

Tracklist:
  1. Every Place Is a House
  2. The Most Trustworthy Tin Cans
  3. The Ongoing Horrible
  4. Bigbopper Anthems
  5. Stories About Ourselves
  6. The Sounds They Make
  7. Songs For Ghosts To Haunt To
;-)

WHY WE PROTEST

Un post che non ha nulla a che fare con la musica. Piuttosto, riguarda una voce. Che non può restare ignorata.

http://rota.files.wordpress.com/2009/06/free_iran2.jpg

20090622

MùM - "SING ALONG TO SONGS YOU DON'T KNOW" (2009)

La band islandese torna dopo due anni di silenzio. La qualità c'è, e si sente...


01 If I Were a Fish
02 Sing Along
03 Prophecies & Reversed Memories
04 A River Don't Stop to Breathe
05 The Smell of Today Is Sweet Like Breastmilk in the Wind
06 Show Me
07 Hullaballabalú
08 Blow Your Nose
09 Kay-ray-ku-ku-ko-kex
10 Last Shapes of Never
11 Illuminated
12 Ladies of the New Century

;-)

20090621

GOD IS AN ASTRONAUT - "ALL IS VIOLENT, ALL IS BRIGHT" (2005)


Dall’Irlanda vengono ad incantarci con le loro toccanti ed emozionanti canzoni i GOD IS AN ASTRONAUT. Il terzetto ormai affermatosi da anni nel panorama post-rock mondiale, oggi al loro quarto album omonimo, non smette di stupire il pubblico con dischi sempre più originali pieni di sperimentazioni mai banali. ALL IS VIOLENT ALL IS BRIGHT è il loro masterpiece e disco più venduto. 10 brani che, come il genere insegna, contengono ognuno il loro caratteristico giro melodico trionfante intorno al quale nasce piano piano un universo musicale inesplorato da mente umana. Ci sentiamo proprio come degli astronauti quando ascoltiamo questo gruppo perché l’impressione è proprio quella di venire a contatto con mondi inesplorati, tutto questo grazie alle originalissime soluzioni musicali. Da FRAGILE a FOREVER LOST (la mia preferita) è un unico respiro, si resta senza fiato e alla fine della terza traccia si può finalmente espirare, rendersi conto di cosa sia successo, di dove ci troviamo, e farsi subito rapire da FREE FILES AND EMPTY SKIES e solo all’ultima WHEN EVERYTHING DIES ci si rende conto che ben 48 minuti e 32 secondi prima si era messo il disco nel lettore, o la cassetta nel mangianastri, o l’acqua sul fuoco che starà bollendo eccessivamente. C’è da restare del tutto imbambolati di fronte alla musicalità di questo disco, ai suoi giri di piano commoventi sostenuti da chitarre espressive all’ennesima potenza, il tutto farcito da soluzioni elettroniche perfette.
Ragazzi e così è stato pure il concerto a Roma all’Init il 28 maggio. Una carrellata infinita di geniali composizioni strumentali (contornate da rare vocalizzazione di Torsten Kinsella) accompagnate da video proiettati su maxi schermo, inneggianti alle scoperte aerospaziali dell’uomo, alle bellezze della natura e alle brutture della guerra. Dopo lo show ho avuto l’onore di conoscere la band e di chiacchierare col batterista, un simpatico ometto che butta giù rum come fosse acqua san gemini, che non la smetteva di dirmi quanto fosse dispiaciuto per le molte persone che non sono potute entrare causa il TUTTO ESAURITO DELL’INIT. Più che una recensione al disco ho fatto una recensione al gruppo, ma credetemi, loro meritano tutta l’attenzione possibile.

POST scriptum: dicevano che sarebbero tornati in Italia, tenete d’occhio le date!

Torsten Kinsella (Voce, chitarra, tastiere)
Niels Kinsella (Basso, chitarra, visualizzazione)
Lloyd Hanney (Batteria, Synths)
Tracklist:


1. "Fragile" – 4:34
2. "All Is Violent, All Is Bright" – 4:14
3. "Forever Lost" – 6:22
4. "Fire Flies and Empty Skies" – 3:55
5. "A Deafening Distance" – 3:49
6. "Infinite Horizons" – 2:28
7. "Suicide by Star" – 4:38
8. "Remembrance Day" – 4:16 (A new version of "Remembrance" from The End of the Beginning)
9. "Dust and Echoes" – 4:13
10. "When Everything Dies" – 10:00
The song "Halo of Flies" is contained on the last track after a period of silence.

;-)

20090619

BRAND NEW - THE DEVIL AND GOD ARE RAGING INSIDE ME (2006)


Che disco gente. Dopo un inizio del nuovo millennio dove il 99% delle band definite "post hardcore" avevano totalmente perso di vista il messaggio lasciatoci da Fugazi & Co. si presentano questi Brand New, con già alle spalle un disco di qualità eccelsa ("Deja Entendu" 2003), a stravolgere le regole del gioco, composte ormai da ritornelli catchy ripetuti all'infinito e ragazzine urlanti sotto il palco. Rimettono sui binari il treno partito negli anni 90 che aveva come macchinista Ian Mackie e come controllori Mike Kinsella(American Football e altri diecimila progetti) e Bob Nanna( Braid e basta e avanza alla grande) e sostanzialmente creano un album che possiamo definire come una sorta di "what if" di Marvelliana memoria. Cosa sarebbe successo se da dopo lo scioglimento degli At the Drive In la scena non fosse stata conquistata da un branco di idioti mascara muniti venduti al pop pià massificato? The Devil And God Are Raging Inside Me. Meglio tardi che mai.

Tracklist:

1. Sowing Season (Yeah)
2. Millstone
3. Jesus Christ
4. Degausser
5. Limousine
6. You Won't Know
7. Welcome to Bangkok
8. Not the Sun
9. Luca
10. Untitled
11. The Archer's Bows Have Broken
12. Handcuffs
13. Luca (Reprise)

;-)

20090618

TEXAS IS THE REASON - "DO YOU KNOW WHO YOU ARE?" (1996)

Tempo fa, il buon xandreax pubblicò un post relativo ai Texas Is The Reason, più particolarmente al loro EP omonimo. Bene, "Do You Know Who You Are?", risalente all'ormai lontano 1996, è il loro primo ed unico full-lenght. Personalmente, lo ritengo pressochè equiparabile al disco manifesto del movimento emo (REAL emo) anni '90, "Something To Write Home About" dei Get Up Kids (che trovate sempre qui su Audiolesi). Inutile che sprechi caratteri nel descrivervi l'album oggetto di questo post: sapete, musicalmente, cosa aspettarvi. Probabilmente, però, ciò che troverete sarà ancor più emozionante, appassionato, coinvolgente e (soprattutto) "soleggiato" delle vostre previsioni. "Do You Know Who You Are?" è, a mio avviso, un capolavoro sotto ogni singolo punto di vista. Ah, se riuscite ad ascoltare "Nickel Wound" senza neanche un brivido, non siete umani. O siete già morti, fate voi.

Tracklist:
  1. Johnny On The Spot
  2. The Magic Bullet Theory
  3. Nickel Wound
  4. There's No Way I Can Talk Myself Out Of This One Tonight (The Drinking Song)
  5. Something To Forget
  6. Do You Know Who You Are?
  7. Back And To The Left
  8. The Day's Refrain
  9. A Jack With One Eye
;-)

20090617

THE DILLINGER ESCAPE PLAN - CALCULATING INFINITY (1999)


Come promesso eccovi i Dillinger Escape Plan. Tra i tre loro dischi e svariati ep (di cui uno interamente cantato da Mike Patton (non eccezionale comunqe)) ho scelto di postare proprio il loro primo full length. E anche il più inaccessibile. Cioè se siete quel tipo di persone che ai tempi del liceo trovandosi davanti a una derivata inorridiva, allora per voi è inaccessibile. A differenza degli album successivi questo non ha hit melodiche (perché i furboni fanno i video delle canzoni mooolto più orecchiabili per avvicinare tutti, poi quando ti compri il disco ti ritrovi un macello sonoro..). E' pura matematica gente. Matematica incomprensibile. Buon ascolto! ("buon" è una parolona in questo caso.. quindi vi auguro solo "Ascolto!")

01. Sugar coated sour
02. 43% burnt
03. Jim fear
04. *#..
05. Destro's secret
06. The running board
07. Clip the apex... Accept instruction
08. Calculating infinity
09. 4th grade dropout
10. Weekend sex change
11. Variations on a cocktail dress

;)

ROSOLINA MAR - "BEFORE AND AFTER DINNER" (2006)

Italia, terra di poeti, santi, navigatori e giovani donne sotto l'età del consenso in visita a Villa Certosa. Aggiungerei alle quattro categorie umane del famoso detto in questione quella di musicisti con due palle così. E' infatti sacrosanto che, dalle nostre parti, scavando con cura sotto la spessa crosta della spazzatura da trasmissione musicale del primo pomeriggio su raidue, si possano trovare formazioni di notevolissimo valore artistico, collocabili oltretutto nei più disparati filoni di genere possibili. E, a proposito di genere, oggi si parla di... si parla di... ehm... math-rock? post-rock? funk? un qualcosa di lontanamente danzereccio? Chissà. L'eclettismo dei Rosolina Mar - o meglio - la loro originalità, ne rende impossibile una definizione precisa. Siamo di fronte, come la cover vi avrà già rivelato, ad un terzetto, composto da due chitarre ed una batteria, proveniente dal basso Veneto, forte di una serie numerosa di live in lungo e in largo per il Bel Paese. "Before and After Dinner" è il loro secondo lavoro, e, perbacco, è una figata pazzesca. Divertente, ritmato, strumentale, scomposto quanto basta, un po' 70's, un po' post-qualcosa, un po' black-funk-beat, un po' math. Notevole il fatto che i Rosolina Mar siano stati in grado di prendere a man bassa ispirazione da correnti tanto diverse, amalgamarle, e fondare una propria forte identità sonora. Per un certo periodo, mesi fa, ascoltai praticamente solo questo disco. Dopo averlo imparato a memoria, lo intervallai con il resto della libreria iTunes. Ora, mentre scrivo, lo sto sentendo. E penso che mi richiuderò in un ascolto esclusivo.
Madò, quanto spaccano.

Tracklist:
  1. Domenica Mattina la Benedizione dei Trattori
  2. Protopapetti
  3. Mingozo di Mongozo
  4. L'Ora di Religione
  5. Flesh Dance
  6. Before and After Dinner
  7. Il Culto del Cavo Elettrico
  8. Sea Tomato
  9. Amore Tossico
  10. Isa Eyes
  11. Car Patch (D-Tone)
  12. Tuttopapetti
;-)

20090615

GENGHIS TRON - DEAD MOUNTAIN MOUTH (2006)


Si parla di musica estrema, quindi apposta per ledere l'audio.. E allora dove se non questo blog per postare i Genghis Tron? Questo è il primo album, preceduto da un ep, del trio americano mathcore elettronico. Un connubio un po' strano. In pratica fondono un po' i Dillinger Escape Plan (presto su Audiolesi) all'elettronica, e contornano con una voce alla Converge (Jane Doe style). Non so, io ho trovato questo album assai avvincente.. Probabilmente molti non condivideranno la mia impressione, ma io ve li propongo lo stesso.. E poi il nome è fico.

01. The folding road
02. Chapels
03. From the aisle
04. Dead mountain mouth
05. White walls
06. Badlands
07. Greek beds
08. Asleep on the florest floor
09. Warm woods
10. Lake of virgins

;)
se richiedesse la password eccola qui sotto
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ALGERNON CADWALLADER - "SOME KIND OF CADWALLADER" (2008)

Philadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti. E' da qui che vengono gli Algernon Cadwallader. E, diamine, la cosa mi abbatte, perchè se solo fossero stati di qualche bel paese dell'entroterra laziale avrei avuto la possibilità di vederli live in uno dei tanti basement, i cui video riempono Youtube. Signori, "Some Kind Of Cadwallader" è una bomba. Rilasciato nel 2008 (distribuito in Italia da Sons Of Vesta), ma databile, dal punto di vista stilistico, a diversi anni prima. E' un disco di Mike Kinsella, anche se lui non fa parte della line-up; sembra farina del sacco dei Cap'n'Jazz; c'è dentro tutto il meglio degli American Football (anche loro su Audiolesi), più un qualcosa di indecifrabile, un ingrediente segreto appannaggio dei soli Algernon Cadwallader. Un disco passato sotto silenzio, sebbene presente sulle pagine di diversi blog; un gruppo misconosciuto, che meriterebbe, davvero, molto molto molto di più. "Some Kind Of Cadwallader" non potrà non entusiasmare gli amanti dell'indie del tempo che fu, dell'emo vero e proprio, lontano dalle deiezioni poser-musicali di troppe band odierne (disprezzo). Arpeggioni distesi e ultra-maggiori, architetture gioviali che si intrecciano alla perfezione, batteria sempre convincente e, soprattutto, voce ai limiti dello stonato/sbraitato in stile Braid & co. Se la gente non avesse i gusti di merda che ha, "Some Kind Of Cadwallader" sarebbe il perfetto disco dell'estate. Pazienza.

Tracklist:
  1. Casual Discussion In a Dome Between Two Temples
  2. Some Kind Of Cadwallader
  3. The Stars
  4. Horror
  5. Motivational Song
  6. Yo Soy Milk
  7. I've Got Piano
  8. Katie's Conscience
  9. Serial Killer Status
  10. In Response To Irresponsibility
;-)
via http://raptorhideout.blogspot.com/

20090613

EXPLOSIONS IN THE SKY - "HOW STRANGE, INNOCENCE" (2000)


Ci risiamo. Di nuovo il Texas, terra arida e desolata che, contrariamente a quanto suggerirebbe lo stereotipo dei suoi abitanti, ha dato i natali ad alcune delle band più valide degli ultimi quindici anni almeno. Di nuovo il post-rock, categoria sotto la quale si raggruppano molte delle opere che, un giorno, potremo considerare i classici della musica del nostro tempo, sebbene esso rimanga (menomale) un genere di nicchia. Di nuovo la Temporary Residence, che, non mi stancherò mai di dirlo, è un'etichetta dalle proposte assolutamente favolose. Bene, oggi su Audiolesi si parla di Explosions In The Sky, band di Austin, formatasi nel 1999. Appena un anno dopo vede la luce "How Strange, Innocence", demo autoprodotto in sole 300 copie, ripubblicato su larga scala nel 2005: è un capolavoro, forse il miglior lavoro del gruppo. Acerbo, a tratti ingenuo, sicuramente non ancora vittima dell'esperienza e della consapevolezza di chi musicista lo è di professione, ma capace di essere spontaneo e diretto come solo chi ha appena iniziato un percorso sa essere. C'è poco da dire, se non che "How Strange, Innocence" è un lavoro assolutamente commovente, il primo vagito di una formazione che detterà poi scuola. Ascoltate con cura queste "mini-sinfonie catartiche", come i quattro EITS amano definire i loro brani, non senza un pizzico di (sacrosanto) orgoglio: c'è un piccolo mondo, lì dentro.

Tracklist:
  1. A Song For Our Fathers
  2. Snow And Lights
  3. Magic Hours
  4. Look Into The Air
  5. Glittering Blackness
  6. Time Stops
  7. Remember Me As a Time Of Day
;-)

20090611

RADIOLESI Vol.2 - experimental music mix from Audiolesi





Vol. 2 (50'54")
feat. El Guapo, Wavves, Frank Zappa, Fugazi, Liars, Niobe, Ludus, Moondog, Portishead, Indian Jewelry, Joy Division, cLOUDead, Cheveu, Daedelus.

;-))))

RADIOLESI Vol.1 - experimental music mix from Audiolesi

Audiolesi is proud to present RADIOLESI, his first experimental music mix in mp3 format.




Vol.1 (13'52")
feat. Swell Maps, Ariel Pink's Haunted Graffiti, Pere Ubu, Tortoise, Old Time Relijun, The Residents


;-)))))


20090607

PIZZICATO FIVE - "MADE IN USA" (1994)


1985. Mentre Akira Fudo combatte Satana a zonzo per il Kantou, due compagni di scuola, Yasuharu Konishi e Keitaro Takanami, decidono di mettere su una band. Nasce il gruppo simbolo del movimento shibuya-kei (molto spesso foriero di vere e proprie deiezioni musicali): i Pizzicato Five (e già il nome è meraviglioso). Carriera eccezionale, che li porterà a collezionare successi in patria ed all'estero, consacrandoli de facto ad essere il primo gruppo giapponese noto al di fuori del Paese degli Dei (nonchè la prima fuoriuscita in America/Europa dello shibuya-kei, che, mi ripeto, fa cagare - ma non è questo il caso). La band non avrà una line-up fissa, eccetto per la presenza costante di Konishi-sama, e raggiungerà il culmine della notorietà con la presenza della bella Maki Nomiya alla voce: in ogni caso, nel corso dei loro sedici anni di carriera, i Pizzicato Five rimarranno sempre un trio. Dopo aver sciorinato dati reperiti su Wikipedia e Last.FM, arriviamo al sodo: "Made In USA" è una figata. Easy-listening, pop fino alla nausea, incredibilmente trash, esageratamente patinato: ma è proprio la sua debordante estetica nippo-moderna a farne un vero e proprio gioiello della musica giapponese (non si preoccupino gli Envy: per noi Audiolesi sono irraggiungibili). L'album in questione riunisce le hit dei tre LP precedenti, limitati al mercato del Sol Levante, e credo (senza averne la certezza) che sia la prima uscita del gruppo sui canali di distribuzione nostrani. Ascoltatelo, gioite, attaccate il karaoke e riunite parenti ed amici: divertimento assicurato.

Tracklist:
  1. "I" – 1:51
  2. "Sweet Soul Revue" – 5:19
  3. "Magic Carpet Ride" – 5:13
  4. "Readymade FM" – 0:13
  5. "Baby Love Child" – 3:32
  6. "Twiggy Twiggy"– 4:03
  7. "This Year's Girl #2" – 5:14
  8. "I Wanna Be Like You" - 4:10
  9. "Go Go Dancer" - 4:34
  10. "Catchy" - 7:12
  11. "Peace Music" - 3:51
;-)

DEFEATER - TRAVELS (2008)


La storia è la vita di un ragazzo, dalla nascita nel marzo del 1945 fino alla sua morte. Una vita travagliatissima. Con genitori drogati, ubriaconi, fratelli vendicativi e tutti finiti morti (a volte uccisi dal protagonista). Un lungo viaggio (travels appunto il titolo) fino al ritorno a casa. Una storia di "prese a male", con un protagonista preso a male. Infinita tristezza insomma.
Il tutto narrato in 11 canzoni e poco meno di 35 minuti. Dico la verità, sono stato spiazzato. Sapevo che era un concept album, ma non a questi livelli. Mi aspettavo più una cosa del tipo testi uniti da un filone principale. Invece zero! E' una vera e propria storia narrata cronologicamente in terza persona, con tanto di dialoghi diretti. Insomma un piccolo capolavoro della letteratura in forma musicale. Le trovate del gruppo sono anche geniali! Mi spiego: a un certo punto della storia il protagonista incontra un vagabondo che canta una canzone con la sua chitarra, e la canzone (del gruppo) si interrompe e subentrà questa acustica cantata dall'ipotetico vagabondo. Un piccolo intermezzo quindi, che ricorda molto lo stile Bright Eyes, un folk veloce con tanto di voce tremolante. Il disco intero invece è un hardcore (e come ti sbagli?? sto postando solo "qualsiasi cosa"-core) frenetico ma non velocissimo.. Per intenderci non il solito tuppatutupa galoppato, ma più sulla falsa riga di gruppi come Moder Life Is War e Verse. Più i primi che i secondi. Insomma questa nuova scuola di hardcore lento, straziato e preso a male, che sta prendendo piede.
Comunque una bella idea per un disco di questo genere, che oltre per la politica/ideali vari, raramente si addentra in altri argomenti.
Bravi.
Ps. penso che la copertina sia la foto della madre del protagonista.. boh.
Pps. regalino: la bella storia narrata

01. Blessed burned
02. Everything went quiet
03. Nameless streets
04. Forgiver forgetter
05. The city by dawn
06. Prophet in plain clothes
07. Carrying weight
08. Moon shine
09. The blues
10. Debts
11. Cowardice

;)

20090605

THE MARS VOLTA - "OCTAHEDRON" (2009)

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Non c'è bisogno di presentazioni, questo è il loro ultimo lavoro. Il 26 giugno sono a Milano insieme a Korn, Nine Inch Nails e Faith no More. Vedete voi...

Omar Rodríguez-López had discussed the band's next album as early as January 2008, the month that The Bedlam in Goliath was released, claiming "I consider it to be our acoustic album." Cedric Bixler-Zavala has also spoken of the album as "acoustic" and "mellow," yet stated: "We know how people can be so linear in their way of thinking, so when they hear the new album, they're going to say, 'This is not an acoustic album! There's electricity throughout it!' But it's our version. That's what our band does -- celebrate mutations. It's our version of what we consider an acoustic album."

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Tracklist:
01 Teflon
02 Halo of Nembutals
03 With Twilight as My Guide
04 Cotopaxi
05 Desperate Graves
06 Copernicus
07 Luciforms

;-)

20090603

SAETIA - "A RETROSPECTIVE" (2001)


Geniale, quest' album è geniale. Proprio oggi mi sono andato a risentire questi Saetia con un pò di diffidenza dalla mia, dovuta ad un precedente ascolto fatto in un momento in cui non apprezzavo questo genere. Ebbene la mia diffidenza è stata totalmente spazzata via. "A retrospective"(raccolta di tutti i loro brani dal 92 al 97, anno dello scioglimento) è un album che rasenta la perfezione assoluta in ambito screamo/emo (quello vero, anni 90). Momenti di chaos alla Orchid uniti a splendidi momenti di quiete, arpeggi emozionanti e un cantato che definire disperato e sofferente è un eufemismo. I Saetia hanno creato lo stereotipo di una certa branca dell'alternative americana e non, e hanno influenzato una quantita enorme di band. E continueranno a farlo. E questo è bene.

Tracklist:

1. Notres Langues Nous Trompent
2. The Sweetness And The Light
3. An Open Letter
4. Woodwell
5. Corporeal
6. Ariadne's Thread
7. From The Firmament
8. Postlapsaria
9. Endymion
10. Roquentin
11. The Poet You Never Were
12. Some Natures Catch No Plagues
13. The Burden Of Reflecting
14. Closed Hands
15. Venus And Bacchus
16. One Dying Wish
17. Becoming The Truth

;-)

20090602

THE BRONX - THE BRONX (2003)


Stavolta si parla di punk rock gente! Punk rock un po' particolare (ma non troppo) molto influenzato dal rock'n'roll (e sennò perché si chiama punk rock??) e con una voce un pizzichino screamata (non scremata). Il gruppo in questione a dispetto del nome proviene da Los Angeles, California, la terra del punk rock (oltre che di Snoop Dogg e compagnia bella), scenario perfetto per questo disco. E se l'avete notato, sì la copertina fa cagare. Però il disco vale.

01. Heart attack american
02. False alarm
03. White tar
04. Cobra lucha
05. They will kill us all (without mercy)
06. I got chills
07. Gun without bullets
08. Notice of eviction
09. Kill my friends
10. Strobe life

;)

20090601

PIVOT - "SOUNDTRACK OF MY HEART" (2008)



Ottimo album strumentale, suggeritomi da Floriano. Il gruppo Australiano snocciola un krautrock elettronico, sperimentale e molto progressive. Più difficile da descrivere che da ascoltare.

Ecco un loro video molto carino:



1. October
2. In The Blood
3. O Soundtrack My Heart
4. Fool In Rain
5. Sing, You Sinners
6. Sweet Memory
7. Love Like I
8. Didn't I Furious
9. Epsilon
10. Nothing Hurts Machine
11. My Heart Like Marching Band
;-)
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