back to top

20090831

BANDA PLASTICA DE TEPETLIXPA - "ADIOS A LOS BEATLES" (19??)



Leggenda narra che quando gli scarrafoni di Liverpool giunsero nel pueblo di Tepelixpa, a pochi kilometri da Città del Messico, restarono folgorati dalla banda di paese (appunto la Banda Plaxtica...) che aveva preparato una decina di cover in loro onore. George Harrison: "Oh shit, that's gorgeous. Let's record it!"

Così nacque "Adios a Los Beatles", un documento dalla portata storica e dal valore inestimabili che Audiolesi ha il piacere di offrirvi oggi. Non pochi sono i detrattori (invidiosi?) della banda di fiati messicana, pronti a tutto pur di dimostrare l'infondatezza della versione dei nostri eroi baffuti e panzoni. Primo fra tutti, il professor David Crow dell'Università del Texas, che in una sua pubblicazione accademica fa notare come "i Beatles non abbiano mai suonato in Messico. Il loro tour nel 65 prevedeva una tappa nella capitale ma fu cancellata". Tutte frottole.

Ciò che il povero Crow ignora, e che Audiolesi, dopo numerose ricerche d'archivio, è in grado di affermare con assoluta certezza e incontrovertibile inconfutabilità è che gli scarrafoni visitarono effettivamente il pueblo di Tepetlixpa l'anno successivo, facendovi tappa durante il loro viaggio di piacere a Huautla de Jimenez, Oaxaca, dove assunsero ripetutamente funghetti allucinogeni sotto la guida della benemerita curandera Marìa Sabina (molto amica di Lennon oltre che amica nostra). Fu così che nacque "Adios a los Beatles", tutt'altro che una leggenda metropolitana.

1. Ob-La-Di, Ob,La,Da
2. I Want to Hold your Hand
3. Carry that Weigth
4. Yesterday
5. Eleanor Rigby
6. Yellow Submarine
7. Hey Jude
8. Girl
9. I Should Have Know Better
10. A Hard Days Nigth

;-)

CUTTING PINK WITH KNIVES - OH WOW! (2006)


"Oh wow!" è proprio quello che ho esclamato quando ho sentito per la prima volta i Cutting Pink With Knives. Ed è stata appena la settimana scorsa. Mi sono stupito di come sia riuscito a trovare una band che mi abbia colpito un minimo. Stavo parlando proprio l'altro giorno, reduce dal concerto dei The Get Up Kids (quanta pubblicità gli facciamo su Audiolesi?), con il buon Freds (che è uno anche se ha la "s" alla fine) di come più si vada avanti con il tempo e più si apprezzi quasi esclusivamente musica old-school & affine (perlomeno per me). Ma ogni tanto sbuca fuori qualche gruppetto di cui non conoscevo l'esistenza ad allietarmi le giornate. E per allietare le giornate che c'è di meglio di un po' di sano noisecore?
Il primo gruppo a cui si pensa quando si sente questo disco sono sicuramente i The Locust. Pezzi brevissimi e un sacco di rumore. Ma a differenza di questi, i Cutting Pink With Knives sono più melodici, se così possiamo definirli. La melodia qui risiede nell'abuso di tastierine che ricordano alla lontana (ribadisco alla lontana) il da me tanto odiato nintendo-core. Solo che a controbilanciare le siffatte melodie c'è una drum-machine sparata a duemila che ti trapana il cervello, risultando molto più fastidiosa della batteria acustica dei The Locust. Un'altra band che (in parte, ma moooolto in parte) questo disco può richiamare sono i The Blood Brothers, almeno i loro primi lavori, dato che prima di sciogliersi si sono dati all'indie-rock.
Comuque il gruppo si è sciolto non so quando, quindi se il disco vi farà cagare, tanto meglio per voi.

01. My head is full of teeth
02. Ave eva iva ova uva
03. Hey, cowboy
04. I <3 structuralists
05. Modern running
06. Arc en ciel!
07. Didi got fisted at the Smiths disco
08. Black tigers start red fires
09. Everytime i put on pornography I want to die
10. We are the 18th largest town in England
11. Friends go anywhere anywhere anywhere
12. Old jeans, new jeans, wathever
13. Merry fucking Christmas, you spineless fuck

;)

THE GET UP KIDS - "FOUR MINUTE MILE" (1997)


Niente giri di parole: dico solo che ho ancora i brividi dopo il concerto di ieri sera, a Bologna. Audiolesi è orgoglioso di offrirvi, dopo "Something To Write Home About", il loro primo disco. Quel "FORGIVE ME!" all'inizio di "Don't Hate Me" (della quale allego un video estremamente oldschool) sintetizza tutto, sia su disco che dal vivo: non perdetevelo.
Sipario. Applausi.

Tracklist:
01. Coming Clean

02. Don't Hate Me
03. Fall Semester
04. Stay Gold, Ponyboy
05. Lowercase West Thomas
06. Washington Square Park
07. Last Place You Look
08. Better Half
09. No Love
10. Shorty
11. Michelle With One 'L'

;-)

20090830

ARCTIC MONKEYS - "HAMBUG" (2009)


Venghino siòri venghino. Posto (a scatola chiusa) l'ultima fatica delle scimmiette artiche. Non so per quanto tempo il link (via popunkers.blogspot.com) sarà ancora online, quindi accorrete in massa e fatece sapè che ne pensate. Il terzo album è sempre fondamentale... speriamo non si smentiscano.

il nuovo video, "crying lightning"



1 “My Propeller” – 3:27
2 “Crying Lightning” – 3:42
3 “Dangerous Animals” – 4:20
4 “Secret Door” – 3:41
5 “Potion Approaching” – 3:32
6 “Fire and the Thud” – 3:57
7 “Cornerstone” – 3:18
8 “Dance Little Liar (featuring Juliette Lewis)” – 4:43
9 “Pretty Visitors” – 3:40
10 “The Jeweller’s Hands” – 5:42

;-)

FELICI RICORRENZE

Di nuovo giorno di fesa in casa Audiolesi!Oggi tocca al plurirecensionista Regular John, uno dei più prolifici ragazzi di questo blog, che varca la soglia dei 21 e potrà finalmente sbronzarsi negli Stati Uniti senza problemi e senza con gesto quotidiano richiamare l' attenzione delle forze dell' ordine (cit.). Regular John possiede molte conoscenze e ha un certo potere nell'ambito musicale, guardate infatti cosa Paul McCartney (padrino di Regular John al battesimo) ha organizzato al volo allo scoccare della mezzanotte del 30 agosto!!

DEVO - "Q: ARE WE NOT MEN? A: WE ARE DEVO" (1978)

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5tgxSB3Tw9EGb9QE3CHl96YtN9gP-rvkYF6090d5A-SlKSQ2fWePR-q5SmgkWz2sZi93FIuOcjJlO166-OnwjbQP4aCE_gIkLHh9Vy7BUN35pTDHtKqjl-a7Khtws8mASiELQm9xCI5XN/s400/Devo-AreWeNotMen.jpg

Mongoloidi di tutto il mondo, unitevi!
Campioni della teoria della De-evoluzione (nulla a che fare con le farneticazioni leghiste), i DEVO nascono in Ohio nel 1973. Ci mettono 5 anni a sgravare il loro primo disco, di cui potete ammirare una diapositiva. Ve lo consiglio caldamente, per comprenderne la devastante influenza che ha avuto su tutta la musica del XX° (nonchè del XXI°) secolo. A dire il vero, sono stati loro a creare il punk, visto che i Sex Pistols erano una boyband r n'b. Se non ci credete, peggio per voi.

wikiquote: "I Devo sostenevano che i Rolling Stones avessero copiato un loro hit, Satisfaction, in quanto il mondo andava alla rovescia".



01 - Uncontrollable Urge
02 - (I Can't Get No) Satisfaction
03 - Praying Hands
04 - Space Junk
05 - Mongoloid
06 - Jocko Homo
07 - Too Much Paranoias
08 - Gut Feeling
09 - Slap Your Mammy
10 - Come Back Jonee
11 - Sloppy (I Saw My Baby Gettin')
12 - Shrivel Up

;-)

20090829

FUGAZI - 13 SONGS (1989)


Post-Hardcore, Post-Punk, Emocore, Indie-Rock. Molteplici sono le definizioni che nel corso degli anni sono state affibbiate a questa band e, sostanzialmente e insolitamente, possono essere tutte esatte. Ma, secondo me esiste solo un insieme di fonemi che può essere affiancato ai Fugazi senza dubbio alcuno: DIY, Do It Yourself. Per capirci, qui siamo di fronte a una delle band più influente nella storia del rock e questi signori facevano pagare i propri concerti 5$. Ho sentito di concerti in America dei Kings Of Leon che arrivano a costare tipo 90$. Ok, fichi i Kings Of Leon, cioè piacciono anche a me, però...evitiamo di fare confronti. Questi quattro signori sono il simbolo dell' Indie Rock, sono la rappresentazione della banale e moralista frase "i soldi non sono tutto" e soprattutto sono la band più influente degli ultimi 20 anni in ambito rock alternativo (e con "alternativo" intendo la più ampia accezione del termine). Ah, tra l'altro i compenenti della band non sono propriamente i primi arrivati. Abbiamo Ian MacKaye innovatore dell'Hardcore con Teen Idles e Minor Threat, creatore del sentiero più celebrale del proverbiale tupatupa, araldo del movimento Straight-Edge, ormai di diffusione e notorietà mondiale. Abbiamo Guy Picciotto, ex-Rites Of Spring, band simbolo della Revlution Summer e cardine nella nascita dell'Emocore. Abbiamo Joe Lally che non ho idea di cosa facesse prima, ma cazzo, è un grande bassista e in più da quel che so, vive a Roma( un giorno lui o Morrisey dovrò pur incontrarli). Abbiamo un batterista di cui mi sfugge persino il nome, ma chi se ne frega, ha/aveva un groove eccezionale (cioè Punk con del Groove?) chiedetelo ai discepoli At The Drive-In. Vabbé basta, odio parlare di gruppi così influenti perché ne avrei da scrivere per ore e tra meno di un ora dovrò partire per quel di Ceccano per andare a vedere i The Get Up Kids (copiosa fazione di Audilesi presente all'evento tra l'altro), in più so per certo che il 99.9% di coloro che leggono questo blog già li conoscono perfettamente. Quindi vi faccio una proposta: lasciate un commento sul post che esorti chi non li consce a procurarseli e farsi un paio di riflessioni su ciò che i media passano come Indie (che ricordiamolo significa Indipendente, e no "gareggiamo a chi scimmiotta più bands anni 70/80 fuse insieme"). 1989-2009, cosa é realmente cambiato?

Tracklist:

01. Waiting Room
02. Bulldog Front
03. Bad Mouth
04. Burning
05. Give Me the Cure
06. Suggestion
07. Glue Man
08. Margin Walker
09. And the Same
10. Burning Too
11. Provisional
12. Lockdown
13. Promises

;-)

20090828

ELVIS PRESLEY - "ELVIS PRESLEY" (1956)

Forse la cover non basta già a darvi delle coordinate ben precise riguardo a questo album? Che dire. Godetevelo, è il suo primo disco, il primo disco rock'n'roll a scalare le classifiche USA, una pietra miliare della civiltà umana. Tutto quello che trovate su Audiolesi (a parte forse Mozart) deve qualcosa a lui, al Re. Che non è morto, ma dalla sua galassia ogni tanto si diletta a gettare uno sguardo sui piccoli umani che si ingannano fischiettando "Tutti Frutti", magari mentre guidano (cit.).
Torna sulla Terra, illuminaci di nuovo. Ritorna, Elvis!

P.S.: qualcuno ha notato una citazione dei The Clash?

Tracklist:

  1. Blue Suede Shoes
  2. I'm Counting On You
  3. I Got a Woman
  4. One Sided Love Affair
  5. I Love You Because
  6. Just Because
  7. Tutti Frutti
  8. Tryin' To Get You
  9. I'm Gonna Sit Right Down And Cry (Over You)
  10. I'll Never Let You Go (Little Darlin')
  11. Blue Moon
  12. Money Honey
;-)

EGG HUNT - 2 SONGS (1986)


Piccola chicca su Audiolesi. Un 7'' di sole due tracce. Unica uscita della band. Due canzoni che legano due gruppi. Uno scioltosi nel 1986, e l'altro nato nel 1987. Ebbene, queste due perle di post-hardcore (o post-punk, o emo, o comunque quella roba anni '80) sono state partorite da un individuo le cui doti musicali hanno influenzato più della metà della musica alternativa contemporanea e non. La faccetta che spunta dal buco nel soffitto dovrebbe dirvi qualcosa no? Se ancora non ci siete arrivati vi dico solo The Teen Idles, Minor Threat, Embrace, Fugazi. Eh sì, stiamo parlando proprio di quel geniaccio di Ian MacKaye. Reduce dallo scioglimento degli Embrace, trovandosi in Inghilterra con l'amico e compagno di band(s) Jeff Nelson per un affare di distribuzione per la Dischord Records, decide di registrare questi due pezzi, interamente suonati dai due burloni, quasi per scherzo. Poi tornato negli U.S.A. decide di far diventare gli Egg Hunt una band a tutti gli effetti. Peccato che ha cambiato idea e ha creato poi il gruppo che l'ha portato alla gloria (come se già non ne avesse abbastanza), i Fugazi.

01. Me and you
02. We all fall down

;)

20090827

FORGET ABOUT MARIO - FERRO BOAT (2008)


Dal momento che le antenne dei maggiori network internazionali sono puntate su Audiolesi, viste le nostre ultime tendenze, per ricevere novità su ciò che di più scottante la scena musicale italiana ha da offrire, eccoci qua pronti per un nuovo episodio della meravigliosa saga di conquista della piattaforma blogger a suon di gruppi nostrani.
I Forget About Mario sono un gruppo di Viterbo (come gli Edward's Hand), che trova però nel centro nevralgico della movida etrusca solo un punto di riferimento, essendo la formazione sostanzialmente sparsa anche tra Roma, Ravenna e Grosseto. Nel 2008, mentre al panem ci pensa il sindaco Marini, si occupano dei circenses, e rilasciano l'EP "Ferro Boat", che si rivela essere una piccola perla noise/post-punk, originale e piacevolissima. Fin dal primo ascolto ci ho sentito dentro gli Erase Errata di "Night Life", con sommo gaudio e grandissima partecipazione. Vuoi per i riff sporchi e sconnessi, per il basso che ricerca dissonanze d'effetto, per lo stile vocale dei due cantanti Antonio (già vocalist dei Winter Beach Disco) e Roberta: i Forget About Mario sembrano venire da una realtà parallela dove gli anni '80 non sono mai finiti e i ragazzini giocano ancora con le pianole Bontempi. Insomma, dalla citazione iniziale di "Heroes", passando per l'intro molto "El Guapo" di "Avant Gospel Kills The Hype", fino alla più pacata conclusione con "New Tears", i cinque sorprendono ed inoculano il contagioso germe danzereccio/sperimentale/riverberato/noise nel midollo spinale dell'ascoltatore. E ne vale assolutamente la pena.

P.S.: l'EP è scaricabile gratuitamente dal sito della "nuova e promettente etichetta" (cit.) Badminton Records (link in fondo sullo smiley). Per acquistarlo, visitate la sezione apposita della loro pagina myspace.

Tracklist:
  1. Ullrich
  2. As Soon As Possible We'll Dance
  3. Avant Gospel Kills The Hype
  4. Too Much Badminton Will Kill You
  5. New Tears
;-)

JESUS LIZARD - LIAR (1992)

http://www.cokemachineglow.com/images/7909.jpg

I Jesus Lizard sono uno dei monumenti degli anni 90. Uno dei pochi gruppi (forse l'unico) ad aver registrato uno split (bellissimo) coi Nirvana. Di dischi ne hanno registrati parecchi (hanno tutti un titolo da 4 caratteri:Pure, Head, Goat, Liar, Lash, Show, Down, Shot, Blue e Bang), ma questo è, a mio avviso, il migliore, anche se negli altri ci sono pezzi che hanno davvero fatto la storia come Monkey Trick o Bloody Mary.
Un suono granico, tempi mozzi, chitarre urlanti e un cantante leggendario, al secolo David Yaw, che passerà alla storia non tanto per la sua intonazione quanto per il suo sconfinato carisma sul palco. Ed è qui che vi volevo, perchè dopo essersi sciolti nel '99, i beneamati ritorneranno in Italia a settembre con la formazione originale (tappa il 21 al Circolo degli Artisti).

ed ecco il video di "Puss"


  1. "Boilermaker" - 2:14
  2. "Gladiator" - 4:00
  3. "The Art of Self-Defense" - 2:39
  4. "Slave Ship" - 4:13
  5. "Puss" - 3:19
  6. "Whirl" - 4:20
  7. "Rope" - 2:18
  8. "Perk" - 2:30
  9. "Zachariah" - 5:44
  10. "Dancing Naked Ladies" - 2:56

;-)

TALKING HEADS - MORE SONGS ABOUT BUILDINGS AND FOOD (1978)

http://madmikesradio.net/samPHPweb/pictures/az_B9338_More%20Songs%20About%20Buildings%20and%20Food_Talking%20Heads.png

C.A.P.O.L.A.V.O.R.O.
trattasi del secondo album della band, il primo prodotto da quel geniaccio di Brian Eno. Correva l'anno 1978, Kurt Cobain aveva appena cominciato a trastullarsi col suo pistolino, mentre in Italia i Pooh si autocelebravano con la superba hit "Chi fermerà la musica" e Mina abbandonava definitivamente la tv per dedicarsi a tempo pieno al vitel tonnè e ai bocconotti ripieni di crema e amarena (presto tutti i dettagli su questi lidi). I quattro newyorkesi, invece, ignorano tutto ciò e, plasmando un suono completamente nuovo (non basterebbe l'intera tassonomia di All Music Guide per definirne lo stile), concepiscono un album che sarà d'avanguardia anche fra 40 anni. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, eccheccazzo!

01 - Thank You for Sending Me an Angel
02 - With Our Love
03 - The Good Thing
04 - Warning Sign
05 - The Girls Want to Be with the Girls
06 - Found a Job
08 - I'm Not in Love
09 - Stay Hungry
10 - Take Me to the River
11 - The Big Country

;-)
(via elpozovina.blogspot.com)

20090825

ENVY/JESU - ENVY/JESU (2008)


Logicamente posto questo splendido split per elogiare gli envy, con tutto il rispetto per i jesu, di cui poi vi parlerò. Questo disco mostra la parte più pacata di questa entità mastodontica proveniente dal Giappone. Nata come gruppo hardcore emozionale, spostatasi sullo screamo duro e puro, finisce per comporre pezzi screamo influenzati al 70% dal post-rock. Dico la verità, quando sentii per la prima volta questo disco mi spaventai un po' perché era veramente lontano dagli envy che conoscevo.. Una massiccia dose di elettronica e un abbandono (non totale comunque) della tipica voce straziata la fanno da padroni. Poi ascoltando la seconda parte dello split tutto si è spiegato. Probabilmente hanno voluto produrre un disco abbastanza omogeneo, canonizzandosi ai suoni sintetici dei jesu. Non che questo dispiaccia; la paura risiedeva nel timore dell'abbandono del loro genere primario. E' uscito dopo pochi mesi lo spit Thursday/envy e tutto è tornato alla normalità (anzi stavolta è stato per i Thursday il momento di sperimentare, avvicinandosi più a strutture screamo e post-rock dei pezzi). Fattostà che gli Envy sono il miglior gruppo giapponese esistente sulla faccia della terra (e per questo i post su di loro non si fermeranno qui affatto!). Riguardo ai jesu so veramente poco; li ho scoperti con questo split e solo questo ho sentito. Vagando per internet ho fatto poi la piacevole scoperta che Jesu non è altro che un progetto partorito dalla mente di Justin Broadrick, che fu chitarrista negli anni '80 dello storico gruppo grindcore Napalm Death.. E ascoltando il disco la domanda che si pone è una soltanto, "Come ha fatto ad arrivare a ciò?" e la risposta è "Non lo so..". Perché i jesu fanno industrial/ambient post-rock (mi guardo bene dal dire che qui si intende industrial per i suoni freddi utilizzati, non per tutto il resto). Comunque due pezzi magnifici. Buon ascolto.

01. envy - Conclusion of existence
02. envy - A winter quest for fantasy
03. envy - Life caught in the rain
04. Jesu - Hard to reach
05. Jesu - The stars that hang above you

;)

20090824

UOCHI TOKI - "LAZE BIOSE" (2006)


Continuiamo pure sul filone "Bella Italia". Il gruppo che vi presento è, a mio parere, quello capace di formulare i migliori testi in assoluto nella lingua di Dante. Uochi Toki, prima Laze Biose (poi nome dell'album in questione), terzetto proveniente da Alessandria e composto da Rico (basi), Napo (non quello dei Locked In, batterista ed autore dei testi) e Fele (urlatore): tre stronzi pazzeschi in grado di far sentire qualunque tipo antropologico/sociale esistente una merda assoluta. Tredici pezzi, tredici sparate (a parte l'Outro, un momento di placidità consistente in un rumore trapanatimpani latente per due minuti e mezzo) contro tutto e tutti, tredici secchiate di piscio sul brutto muso di ognuno, tredici sassate sulle linde finestre dell'ipocrisia collettiva ad opera dei Fauves del panorama musicale nostrano. Un capolavoro assoluto, l'esatto contrario della barzotta masturbazione melodico/sanremese di cui molti dei nostri opinionisti sembrano andare fieri. Un dito ben bene in fondo al culo dell'obesità mentale dello stivale, dei canoni musicali a cui siamo abituati, della fighettaggine vaginofila dei giovani musicanti, dell'alternatività giovanile della Piazza del Popolo romana-Colonne milanesi-Piazza IV Novembre perugina. Una sinfonia elettro/hip-hop acida e corrosiva. Ascoltarlo è più fastidioso che tagliarsi i polpastrelli con la carta; ma è bellissimo.

Piccolo elenco di citazioni finali:
"Vedete?, siete imprecisi. La differenza abissale fra “altri” e “tutti” non vi è chiara: ho bisogno di persone, ma molte meno dell’intera popolazione mondiale. Per questo posso permettermi di non interessarmi e di allontanare molte ragazze alle quali non ho niente da dire, che non sanno che “andare a letto” per me significa “andare a dormire”, e che non distinguono la toccante tensione dal crescente accumulo di stress fossile." (I Rapporti)

"Noi chi siamo, noi chi siamo? Siamo merda! Siamo cibo! Dei ravioli! Sì! No! Siamo ravioli? No! Siamo la pasta che avanza quando premi il bicchiere sulla sfoglia ottenendo così i ravioli e i ritagli di pasta che poi vengono rimpastati, matterellati e poi vengono di nuovo sfogliati. Premi il bicchiere e fai altri ravioli con la pasta di avanzo: comunque la vedi rimane sempre uno scarto che prendi, reimpasti, ristendi e ritagli. Altri ravioli finché gli avanzi sono troppo pochi per fare anche solo un raviolo: allora la pasta che avanza la mangi cruda oppure la butti nella spazzatura. Io sono lì nel tuo stomaco, indigeribile, perché non raviolabile, oppure fra gli scarti, degradabile. Mentre gli altri sono in pentola, allegri, incontreranno il sugo, lo stomaco, sono succhi gastrici che non mi digeriscono bene oppure gli avanzi delle precedenti cene." (Le Metafore)
"Scordati di conoscere ragazze in treno con noi – al massimo degli extracomunitari, che ci scambiano per loro connazionali. Abbiamo gli zaini sempre pieni, non viaggiamo mai leggeri, raramente perdiamo i treni. Siamo degli ottimi passeggeri, pazienti ed adattabili a molteplici situazioni. Non abbiamo più bisogno di fregare i controllori per sentirci vivi, anche perché siamo morti. " (I Mezzi Di Trasporto)
"Mi adatto nella misura in cui mi permetto di andare in giro e osservare come animali questi esemplari di umani, studentesse fuori sede ed universitari inconsciamente ipocriti in cerca di prede e di un passato da raccontare." (Le Città)
"Vedo batteristi fare esercizi di ginnastica curando di essere osservati, oppure assorti in espressioni di estasi mistica, perché “cioè è troppo bello lasciarsi prendere dalla musica”. Cazzate!, una serie di facciate che male nascondono una pretesa di esprimere un ruolo. Voglio sentire patapìm patapùm patapàm (Eminem!) e basta!" (I Batteristi)

P.S.: trovate i testi per intero qui.

Tracklist:

  1. I Fonici (aka L'Intro)
  2. I Rapporti
  3. Le Metafore
  4. I Mezzi Di Trasporto
  5. L'Estetica
  6. Le Città
  7. Il Pezzo Serio
  8. I Gesti Di Cattiveria
  9. Il Primo Semestre
  10. Il Secondo Semestre
  11. I Batteristi
  12. Le Armi (aka Il Pezzo Jam)
  13. L'Outro
;-)

JUSTICE - † (2007)

http://hotbiscuits.files.wordpress.com/2008/03/justice_cross_cover.jpg

Tra una sagra della polpetta e una sperlunga di cozze crude (sono nella beneamata Puglia), colgo l'occasione per ritornare su questi dolci lidi e postare quello che è a tutti gli effetti uno dei dischi dance più cazzuti di tutti i tempi. I due parigini, che quest'estate hanno letteralmente fuso i poveri altoparlanti della mia macchina, difficilmente riusciranno a fare di meglio. E' un 4/4 totale, truce e delizioso allo stesso tempo. Come portare un muratore barese ubriaco alla festa di compleanno di Karl Lagerfeld. Come una ghirlanda di peli di cazzo a decorare il vostro martini dry. Jesus, forgive them.



01 Genesis
02 Let there be light
03 D.A.N.C.E
04 New Jack
05 Phantom
06 Phantom pt. ii
07 Valentine
08 The party
09 Dvno
10 Stress
11 Waters of nazereth
12 One minute to midnight

;-)

DANZIG - S/T (1988)


Chiusi i rapporti con i leggendari Misfits, Glenn Danzig, storico cantante della band di Lodi decide di continuare la rua ricerca musicale e vocale. Dopo la breve parentesi con i Samhain (sostanzialmente un rifacimento degli stessi Misfits) fonda i Danzig e con l'aiuto del trittico John Christ(chitarra), Chuck Biscuit(batteria) ed Eerie Von (ex-Samhain) riesce ad esprimere a pieno le sue capacita di blues man dell'orrore, di Jim Morrison "oscuro", come viene spesso apostrofato. Il suo comportamento particolare al limite del machismo da palestrato, il suo essere un "duro" ma anche la spiritualità e sensibilità "tenebrosa" dei suoi testi e, soprattutto, la sua splendida voce, contribuiscono a crearne la leggenda. Una album dalle strutture semplici che punta molto sull'atmosfera e sulla vocalità del protagonista principale per colpire l'ascoltatore. E secondo me ci riesce tranquillamente. Ascoltatelo privandovi di tutti i pregiudizi del caso e godetevelo per quello che è: un grande disco di puro e semplice rock.

Tracklist:

1. Twist of Cain 04:18
2. Not of This World 03:42
3. She Rides 05:11
4. Soul on Fire 04:37
5. Am I Demon 04:57
6. Mother 03:25
7. Possession 03:56
8. End of Time 04:03
9. The Hunter (Albert King cover) 03:32
10. Evil Thing 03:16

;-)
PASSWORD:
www.musicsharing4all.blogspot.com

20090823

INGEGNO - "IL VISIONARIO" - (2006) -




E ancora Italia, e che Italia! Gli Ingegno (nati come "Ingegno della cultura") sono uno dei gruppi più importanti della scena nostrana e qui non ci piove. Hanno all'attivo tre dischi, tutti e tre spettacolari e che posterò a breve. Come inizio ho scelto "Il Visionario" perchè è sicuramente il più bello dal punto di vista musicale, è pieno infatti di riff degni di essere più famosi del ta ta taaa ta ta tadà di "Smoke on the water" (ascoltate l'inizio della canzone "Il visionario" e vedrete). Per il resto le influenze sono molte, Strife su tutti. La particolarità del gruppo perugino sono senza dubbio le mille seghe (come mi spiegò il buon Napo attuale chitarra degli Ingegno) che si fanno alla chitarra per scendere su e giù dal manico, in pratica è come fare gli assoli usando solo i power chord. Il tupatupa vi devasterà e le filosofiche liriche del Carru vi apriranno le menti. Insomma una bomba dritta dritta in faccia, hardcore con la har maiuscola, tirato a manetta, cori imperiali e aperture strappacuore.Buon ascolto.

POST scriptum: Consiglio particolare attenzione alla canzone "Spirito fiero?".

POST POST scriptum: allego il video di "Fragili Illusioni" ,canzone del loro primo disco, girato al concerto più bello e devastante che la nosra città abbia mai avuto, un paio di volte compare anche la mia bella faccetta.


Tracklist:


1. "Torna alla mente"
2. "Memorie di libertà"
3. "Il visionario"
4. "Un inverno senza fine"
5. "Spirito fiero?"
6. "Diario di una scelta"

;-)




ALTAR OF PLAGUES - WHITE TOMB (2009)


Mi dispiace rovinare l'atmosfera religiosa creata dal buon Regular John (anche se già ci ha pensato Robertotad) ma qui si parla di musica blasfema! BLACK METAL! Sì! Mi duole ammetterlo ma alla fine ci sono arrivato in pieno. Il percorso è stato lungo ed impervio ma tramite collegamenti mentali e teorie al limite della decenza sono arrivato ad apprezzare anche il black metal vero e proprio. Il "però" di routine c'è comunque. Capisco che il metal del diavolo è odiato dal 99% della popolazione mondiale che ha un minimo di sani principi, perciò quello che posto non è black metal at its finest. Non è anni '80'/'90 quindi non è puro e non ha nemmeno quel suono raw scaturito da registrazioni pessime in qualche foresta di notte. Però non appartiene a quella corrente new school (ahahaha non ci credo, l'ho detto) alla Dimmu Borgir che viene chiamata con disprezzo dai puristi "black'n'roll". Eh no! Probabilmente quello che fanno gli Altar of Plagues è odiato da entrambe le fazioni (puristi e black'n'rollers). Perché le influenze le prendono dal post-rock (e qui qualcuno tirerà un sospiro di sollievo). Cioè, scordatevi roba tipo Alcest/Amesoeurs. Il cantato melodico non esiste. Qui la base è il metal, solo che i quattro (o tre?) irlandesi fondono perfettamente caratteristici elementi post rock (durata dei pezzi improponibile, crescendo di chitarra effettata, arpeggi, ecc..) a caratteristici elementi black metal (blastbeat, scream da troll, ecc..).
Non so che impressione possa procurarvi l'ascolto di questo disco. A me è piaciuto (sennò non lo postavo).. Posso solo dirvi di porvare.

ps: anche se i pezzi sono solo 4, a differenza dei miei soliti post questo non è un ep.. il più corto dura 9.48 minuti, il più lungo 15.01.

01. Earth: as a womb
02. Earth: as a furnace
03. Through the collapse: watchers restrained
04. Through the collapse: gentian truth

;)

LE TORMENTA - "L'UNICO ELEMENTO" - (2004) -

Della serie "italians do it better", dopo il felicissimo post dei Fine Before You Came, vorrei tornare nella nostra splendida penisola per presentarvi i Le Tormenta , gruppo di Forlì che oserei definire natural-crust-tragedy-post core. I Le Tormenta sono una formazione molto impegnata che tratta tematiche ambientali, politiche e sociali con una musica molto originale di influenza appunto crust e ultra-core resa però molto melodica dall'accompagnamento del violino. Fra le loro varie iniziative vi segnalo IL VASCELLO VEGANO, "il cui scopo è quello di cucinare cibo (in prevalenza di recupero ma anche no), venderlo a prezzi bassi e devolvere ogni ricavato a chi al momento ha più bisogno di aiuto (in prevalenza casse di solidarietà ai detenuti)".

Tracklist:

1. "I quattro elementi"
2. "Amore Nero"
3. "Il Ricordo"
4. "Fuoco e Tempesta"
5. "Speranza Morta nel Tempo"
6. "La lettera"
7. "Le Urla"
8. "La Luna"
9. "Morire"
10. "Storia del Violino e della Rosa"
11. "Febbraio 94"
12. "L'unico Elemento"

;-)

WOLFGANG AMADEUS MOZART - "MESSA DI REQUIEM IN RE MINORE K 626" (1791)


Su Audiolesi c'è di tutto. Ma fino ad oggi, amici ascoltatori, abbiamo peccato, per nostra colpa, nostra colpa, nostra grandissima colpa. Fino a questo fausto giorno, sulle pagine del blog leader nel settore della pesca d'altura, è mancata la musica classica. Ed è ora di dare inizio a quello che sarà un filone di post tesi ad affrontare il difficile e vasto argomento. Mi diletterei nel cominciare con il jolly, quella che credo sia la mia opera preferita in assoluto nel campo "classico": il Requiem in re minore (K 626) del buon vecchio Volfango Amedeo.
Composta a Vienna nel 1791, lo stesso anno della morte di Mozart, e terminata dall'amico Franz Xaver Süssmayr, rappresenta il più grande capolavoro della musica sacra di sempre. E' inutile che trascriva in questa sede tutti gli sfiziosi dettagli storici sull'opera: per questo vi rimando alla pagina di Wikipedia. Ciò che è importante sia detto, però, è che difficilmente, in tutta la vostra collezione musicale, per quanto vasta possa essere, troverete molte perle paragonabili a questa. In alcuni momenti, durante l'ascolto, mi sembra davvero di non aver mai sentito niente di così bello, soave e paradisiaco a tratti, oscuro e travagliato altrove, sempre immenso ed estatico. Musica dedicata a Dio, ed a lui stesso appropriata.
Non sono uno di quelli che reputa la musica classica, o il "classico" in generale, qualcosa di superiore al resto: anzi, è un concetto che trovo piuttosto fastidioso. Però, signori miei, in questo caso c'è poco da fare.
Amen.

P.S.: l'esecuzione è della Berlin Philharmonic Orchestra, diretta dal maestro Herbert Von Karajan.

I) Introitus
1. Requiem Aeternam
II) Kyrie
III) Sequentia
1. Dies Irae
2. Tuba Mirum
3. Rex Tremendae
4. Recordare
5. Confutatis
6. Lacrimosa
IV) Offertorium
1. Domine Jesu
2. Hostias
V) Sanctus
VI) Benedictus
VII) Agnus Dei
VIII) Communio
1. Lux Aeterna

;-)

20090822

INFERNO - "POMPA MAGNA" (2008)

Proprio ieri sera, si discuteva con autocompiacimento sciovinista di quanto la scena musicale italiana underground (abbastanza underground, evitiamo riferimenti a Verdena, Afterhours e quant'altro) sia qualitativamente eccezionale e, perchè no, all'avanguardia. Bene, nel campo del grind e contemporaneamente in quello del rock'n'roll, sono i romani Inferno a dettare legge. E "Pompa Magna" è il loro riuscitissimo biglietto da visita. Comprai il disco un po' a scatola chiusa, dopo averli visti live di spalla ai Melt-Banana (presto su queste pagine) e qualche ascolto casuale; il capolavoro fatto nel packaging è stato determinante (la copertina del disco è bucata in corrispondenza dello schermo in alto, e sul cd ci stanno sei facce diverse - tutte piuttosto inquietanti - che possono cambiare la cover come volete). Fin dall'inizio, gli Inferno specificano: "to be intended as Inferno sci-fi grind'n'roll from Rome, Italy" (esistono almeno quattro gruppi con questo nome). E, cristo, fanno esattamente ciò che dicono, sci-fi grind'n'roll. Perchè ci stanno tempi impossibili, perchè sono ipertecnici, perchè strillano come si deve, perchè sono dispari che di più non si può: e questo è grind; perchè alcune chitarrette sembrano uscite da un concerto dei Beach Boys o partorite dal puerile istinto indie rock di qualche giovanotto di Worchester, perchè a volte le tastiere sembrano quelle meravigliose di un giocattolo Bontempi, perchè in certi momenti viene da ballare a mo' di twist: e questo è rock'n'roll; perchè "perception of tomorrow as we all know is the result of a mass delirium/ the hallucination orbit we're buried in spins us apart, so pack your stuff then go", perchè "I never chose this painful role: a lovely engineer of destruction/ the holy cow science has become, is baked and roasted", perchè si parla di ricchi banchetti finanziati dai proventi del commercio di schiavi, perchè una vena di umorismo nero molto cyberpunk tinge di scuro tutti i testi: e questo è sci-fi. In quattro parole: una-BOMBA-di-disco.
Nulla cambierà, in Sud America continueranno a stare in fissa con Ramazzotti e ad ignorare gli Inferno. Però, con soddisfazione, la prossima volta potremo invitare il signor Schultz del Parlamento Europeo, oltre che a godersi il nostro bel sole, a sentirsi un po' di sci-fi grind'n'roll nostrano.

P.S.: link alla pagina Myspace

Tracklist:

  1. bar/bar/minimizer
  2. THE YEAR OF THE DINGO
  3. WASTE-O-RAMA
  4. do androids have sex in electric cars?
  5. BIKINI DOG WASH
  6. coffinbar equalizer
  7. BOMBA MAGNA
  8. BURN PARIS BURN
  9. the weeping saw
  10. THE SECOND TRIUMVIRATE OF LAVONIA
  11. (like when you were) the vapour boy
  12. DIFFERENT SHADES OF ZERO AND ONE
  13. the flatliner
  14. THE MAN WITH TWO RIGHT ARMS
  15. valhalla can wait
;-)

20090820

DON CABALLERO - "AMERICAN DON" - (2000)


I Don Caballero sono un gruppo storico di Pittsburgh, Pennsylvania. Sono nati nel 1991, e dopo cambi di formazioe, scioglimenti e reunion, ancora non so dirvi che genere fanno. A mio parere sono i Dream Theater del post rock (ma post inteso tutto tutto, ma tutto tutto, non solo le melodie spassionate che ci piacciono tanto). Specialmente questo disco più degli altri descrive come fare il post rock mettendoci dentro la tecnica a più non posso. Leggendo qua e là infatti ho trovato chi li definisce math rock e in effetti i loro pezzi sembrano rispondere a delle precise equazioni. Proprio per questo prima ho detto che dobbiamo un po'scordarci i lunghi crescendo e le smielate melodie che ce fanno piagnere, perchè qui si studia un po'...eh sì. Pane quindi per i nerd musicanti un po'freddini che forse con questo disco proveranno un pochino di calore. Lo consiglio quindi a persone molto tecniche in cerca di emozioni. Infatti se uno passa di colpo dai Dream Theater ai Mono gli si prende un colpo e pianto inaresstabile, quindi mi sembra giusto passare prima per i Don Caballero. Auguro invece buono studio agli appassionati del dolce post che come me all'ascolto di questo gruppo faranno di sì con la testa di fronte a delle soluzioni musicali da maestri.


Tracklist:

1. "Fire Back About Your New Baby's Sex" – 4:42
2. "The Peter Criss Jazz" – 10:35
3. "Haven't Lived Afro Pop" – 7:34
4. "You Drink a Lot of Coffee for a Teenager" – 2:41
5. "Ones All Over the Place" – 9:00
6. "I Never Liked You" – 4:59
7. "Details on How to Get ICEMAN on Your License Plate" – 5:35
8. "A Lot of People Tell Me I Have a Fake British Accent" – 5:23
9. "Let's Face It Pal, You Didn't Need That Eye Surgery" – 5:09


;-)

HEAVY TRASH - "[S/T]" (2005)

Se alla potenza esplosiva di una Lamborghini preferite il sornione ciondolare di una bella mietitrebbia, questo è il disco che fa per voi. Se sostituireste volentieri i vostri sigari cubani con una polverosa spiga di grano da masticare, questo è il disco che fa per voi. Se ai nu-rave parties di città preferite la spensieratezza di una chiassosa sagra paesana, cari Audiolesi, questo è il disco che fa per voi.
Oggi andiamo in campagna, signori miei. Ci fa da Cicerone un'eminenza del gel per capelli e della chitarra semiacustica, il buon Jon Spencer, arcinoto per la sua Blues Explosion, qui accompagnato da Matt Verta-Ray. Un duo cazzaccione/cazzarone che fa del rockabilly/blues/country/trattorecciamusic la sua orgogliosa bandiera. Il self-titled, "Heavy Trash" appunto, in questione è un viaggio in tredici brani nel cuore degli U.S.A., alla ricerca di atmosfere del tutto diverse dalla cosmopolitana New York, dalla patinata Los Angeles, dalla grungettona Seattle, dalla Boston hardcore. Qui si parla più di Iowa, Ohio, oppure Texas e Nevada, se le biosfere più aride sono le vostre predilette. Chitarre pentatoniche, un contrabasso da roulotte, voci baritonali e/o rovinate dal Jack Daniel's, da bersi rigorosamente dopo aver sparato ad almeno un paio di coyote.
Ora sta a voi: unitevi all'orgia rock'n'roll di stilosi villici e cafoni impomatati propostavi dagli Heavy Trash, o continuate a comportarvi come dei viziati ragazzini di città.

Tracklist:
  1. Dark Hair'd Rider
  2. Lover Street
  3. The Loveless
  4. Walk'in Bum
  5. Justine Alright
  6. Under The Waves
  7. The Hump
  8. Mr. K.I.A.
  9. Gatorade
  10. This Day Is Mine
  11. Fix These Blues
  12. Take My Hand
  13. Yeah, Baby
;-)

LEWD ACTS - LUNG PATROL (2009)


Lewd Acts: Californiani e marci fino al midollo! Il nome è osceno (significa "atti osceni" per l'appunto) ma non è importante. Quello che conta è la musica. Che genere? Indovinate? Inizia con "hard" e finisce con "core". Il solito. Però si parla di Deathwish Inc. il che è positivo perché se il gruppo è un adepto dell'etichetta dell'ormai famoso Giacobbenno (Jacob Bannon per gli altri, cantante dei Converge) allora siamo sicuri di trovarci davanti a gente con le palle (e non perché si parla di uomini intendiamoci!). Però non è il solito hardcore tupatutupa/4accordi/signalong/breakdown/girodibassoavuoto/stop&go/2step/singalongdinuovo/finalesfumato. I pezzi sono tre ed ognuno è diverso totalmente dall'altro. Il primo è sparato: meno di un minuto e venti di voce rauca e riffetto metal su un tempo punk. Il secondo pezzo durerebbe 50 secondi se non avesse prima un intro di 4 minuti e mezzo di nenia ad ottave con tanto di pianoforte. Il terzo parte con il cantato melodico e arriva con lo strazio profondo su un tempo di batteria strascinato; il migliore dell'ep.
Ok, la qualità audio è pessima 1 perché probabilmente è stato preso da vinile in quanto uscito solo in 7'' e 2 perché loro sono punkabbestia. Però è bello e inusuale.

01. Lung patrol
02. Play me something that I know
03. Partners in time

;)
PASSWORD: strenght

20090819

CITY AND COLOUR - "SOMETIMES" (2005)


Gli Alexisonfire sono una delle migliori band per quanto riguarda un certo tipo di post-hardcore "melodico" sicuramente non molto apprezzato dai puristi(se mai possano esistere dei puristi nell'immenso calderone post) del genere. Loro però si differenziano con strutture ai limiti del classico punk rock e la voce dello screamer ormai similissima a quella del mai troppo rispettato Henry Rollins. Gran parte di questo successo è dovuto senza alcun dubbio alle qualità del chitarrista/cantante/mente della band, il buon Dallas Green che con questo disco( dopo un ep contenente comunque pezzi presenti anche qui) decide di mettersi in proprio esplorando i territori dell'acustico più semplice e minimalista: chitarra, voce soave, e qualche tocco di pianoforte mai invasivo (al contrario del seguente "Bring me your love" (2008) arricchito con vaste influenze pescate nel folk americano). Un ascolto consigliato nelle ultime giornate d'estate, in attesa dell'imminente autunno. Immersi nei ricordi.

Tracklist:

  1. Off by Heart
  2. Like Knives
  3. Hello I'm in Delaware
  4. Save Your Scissors
  5. In the Water I Am Beautiful
  6. Day Old Hate
  7. Sam Malone
  8. Comin' Home
  9. Casey's Song
  10. Sometimes (I Wish)
;-)

WARDRUNA - "RUNALJODð - GAP VAR GINNUNGA" (2009)

Penso che converremo tutti su una affermazione iniziale: i Gorgoroth fanno cagare. Fortunatamente, il palcoscenico musicale norvegese non si esaurisce con la simpatica band di Bergen, ma trova una sua felice espressione proprio a partire da essa. I Wardruna, infatti, sono un side-project di Gaahl, affabile e ben vestito vocalist dei Gorgoroth, appunto. Il loro proposito è quello di "esplorare ed evocare le profondità della saggezza e della spiritualità norvegese", come appare sulla homepage del (curatissimo) sito ufficiale. In soldoni, trattasi di una formazione ambient dedita alla tradizione nordica. Ed è davvero difficile, cari Audiolesi, trovare atmosfere più evocative di queste. Il terzetto (Kvitrafn, voce e maggior parte degli strumenti; Lindy Fay Hella, voce; Gaahl, voce), in dodici intensi passaggi, si addentra in un universo musicale davvero intenso, gelido, profondo ed antico, capace di richiamare sul vostro viso espressioni di fierezza, di tramutare vostra madre in Eric il Rosso, di farvi sembrare un comune attrezzo da bricolage il possente martello di Thor. Sentitevi il disco interamente, senza pause, meditando: c'è da diventare nazi, sul serio.
Insomma, non si vive di solo Satana.

Tracklist:
  1. Ár Var Alda
  2. Hagal
  3. Bjarkan
  4. Løyndomsriss
  5. Heimta Thurs
  6. Thurs
  7. Jara
  8. Laukr
  9. Kauna
  10. Algir - Stien Klarnar
  11. Algir - Tognatale
  12. Dagr
;-)

20090818

THE PROMISE RING/TEXAS IS THE REASON - THE PROMISE RING/TEXAS IS THE REASON (1996)


Due gruppi. Due canzoni. Due capolavori. I Texas Is the Reason già li conosciamo oramai. I The Promise Ring invece no. E dovremmo. Se non sbaglio questo split è la seconda uscita per i The Promise Ring, preceduta solo da un ep di tre pezzi, mentre per i Texas Is the Reason è la penultima. Di "Blue Boy" dei Texas Is the Reason c'è da dire che è stata la loro ultima canzone scritta in assoluto ed è esclusiva di questo 7'' (se vi state domandando "allora perché è la penultima uscita?" la risposta è perché l'ultima è uno split live (quindi di pezzi vecchi) con i Samiam del 1999). "E. Texas Ave." invece è precisamente l'essenza più pura di quel genere che secondo molti i Tokio Hotel (o gli Alesana o altri duecento gruppi di piastrati) suonano.
Non so perché ma la musica stonata è la più bella.
Ah, l'etichetta è la Jade Tree che ha un sacco di gruppi fichi.

ps. stavolta le 2 copertine non sono brutte.

01. The Promise Ring - E. Texas ave.
02. Texas Is the Reason - Blue boy

;)

20090817

FELICI RICORRENZE

Oggi, cari Audiolesi, festeggiamo il 21esimo compleanno di uno dei nostri autori, il buon Robertotad. In questo momento si trova negli Stati Uniti, precisamente a Montalto Marina Beach (in provincia di Sacramento, California), e il presidente Obama ha pensato di omaggiarlo così. Auguri!

20090816

THE ONE UP DOWNSTAIRS - "[S/T]" (1997)

Quando si parla di Mike Kinsella, noi Audiolesi, e voi gentile pubblico, andiamo in visibilio. Bene, tra i tanti progetti dell'uomo più creativo della musica emozionale arpeggiona, come Joan Of Arc, Owls, Cap'n'Jazz, American Football ed Owen (gli ultimi due già su questo blog), uno è passato, nell'ormai lontano 1997, più in sordina degli altri. Ma non per questo è meno valido: tutt'altro. I "The One Up Downstairs" sono un quartetto delle meraviglie capitanato dal nostro eroe, e con la loro sola pubblicazione, l'EP omonimo oggetto di questo post, sapranno dissetarvi di quel brodo di giuggiole old school emo/indie rock che tanto ci aggrada. Tre pezzi, undici minuti: quanto basta per gettare su dei pomeriggi qualunque un caldo velo di malinconica, pacata contentezza. Yeah.

Tracklist:
  1. Champaign
  2. Rememories
  3. Franco The Bull
;-)

YOUNGBLOOD BRASS BAND - CENTER: LEVEL: ROAR (2003)


Vi piacciono gli strumenti a fiato, l'improvvisazione e il jazz ma apprezzate anche funk, hip-hop e percussioni varie? Perfetto! Youngblood Brass Band! Un connubio magnifico tra tutto questo! Undici ragazzoni del Wisconsin che in un'ora 8 minuti e 23 secondi (sì lo so, è un sacco di tempo) vi fanno viaggiare sulle melodiose armonie della black music. Vi sfido a non muovervi durante l'ascolto di questo disco. E' impossibile!
Godetevelo fino all'ultima nota.

01. To come together
02. Round one
03. Culture: envy: war
04. Brooklyn
05. Diaspora
06. Human nature, pt. 2
07. Thursday
08. The movement
09. Avalanche
10. Nate McCarrish handbills for no man
11. Camouflage
12. Is an elegy
13. Under your influence
14. V.I.P.
15. And leave alone

;)

20090815

JOHN FRUSCIANTE - "TO RECORD ONLY WATER FOR TEN DAYS" (2001)

Cari Audiolesi, sarò breve. Questo disco non è un capolavoro. Non è un qualcosa che vada bene per ogni momento, che mantenga intatta la sua bellezza quandunque lo si ascolti. E John Frusciante non è un grande chitarrista, non un virtuoso, non particolarmente originale, non un mostro sacro delle sei corde; è inoltre un pessimo cantante, se non altro dal punto di vista della "grazia" melodica. Dicevo, questo disco non è un capolavoro, non è sempre piacevole. A volte mi risulta terribilmente noioso.
Ma ci sono certi pomeriggi, certe luci basse sul far della sera, certi nuvoloni che ti sovrastano mentre guidi in autostrada, certi prati smossi dall'erba... Stazioni di servizio dismesse, muri scrostati, auto abbandonate sul ciglio della strada... Non saprei come spiegarmi esattamente. Ma, in alcuni momenti, solo sotto certe angolazioni, solo con un ben preciso, malinconico clima... "To Record Only Water For Ten Days" diventa immenso.

P.S.: fa eccezione una sola traccia, "Murderers". Quella è SEMPRE stupenda, sia sulla riviera riminese degli affollati pomeriggi agostani, che al bar di fronte all'università dove la panzona si atteggia in maniera militaresca, che al corso di Biterbio il sabato pomeriggio con la maglietta "De Puta Madre".

Tracklist:
  1. "Going Inside" – 3:36
  2. "Someone's" – 1:52
  3. "The First Season" – 4:13
  4. "Wind Up Space" – 1:59
  5. "Away and Anywhere" – 4:09
  6. "Remain" – 3:57
  7. "Fallout" – 2:10
  8. "Ramparts" – 1:11
  9. "With No One" – 3:32
  10. "Murderers" – 2:41
  11. "Invisible Movement" – 2:21
  12. "Representing" – 1:46
  13. "In Rime" – 2:13
  14. "Saturation" – 3:03
  15. "Moments Have You" – 3:30
;-)

20090814

FINE BEFORE YOU CAME - "SFORTUNA" - (2009)


Aggiornerei il simpatico motto di scherno verso i milanesi: "C'avete solo la nebbia" . Infatti i milanesi hanno anche un'altra cosa, molto più figa della nebbia, e che rende degna di nota la cittadina lombarda, ovvero i Fine Before You Came. Dopo aver sentito in continuazione il loro lavoro "Sfortuna", scaricabile aggratisse di loro sponte ma acquistabile anche sottoforma di elegante vinile, cd, o cassetta (cosa volete di più?che ve lo suonino in cucina fra che l'acqua bolle e che possiate buttare giù la pasta?) , posso dire di esserci entrato totalmente in fissa. L'ho capito mentre stavo leggendo un libro ed ascoltandoli, e la voglia di recensirli ha superato quella di leggere (stavo comunque leggendo un buon libro quindi la fissa è totale). Il disco presenta arrangiamenti indie-noise-garage-post-rock accattivanti e la voce sembra urlata con il cuore, anzi con il fegato in mano stretto da guanti di carta vetrata. Da sottolineare i testi originalissimi che fanno riflettere: "Ho regalato il tuo vecchio spazzolino a un povero senza una mano, mi ha chiesto "capo è sicuro?", gli ho detto "io non la amo"".

Tracklist:

1. "Lista"
2. "Buio/appello"
3. "Fede"
4. "Natale/cena"
5. "Piovono pietre"
6. "O è un cerchio che si chiude"
7. "Vixi"

GORILLA BISCUITS - START TODAY (1989)


Torniamo un po' indietro nel tempo. Posto questo disco per contrapporlo a "The Shape of Punk to Come" dei Refused. Ebbene se quello è un disco che se fossi un buon genitore non farei ascoltare ai miei pargoli, "Start Today" al contrario è un perfetto disco con cui li farei crescere. I testi trasmettono nella loro semplicità (a volte troppo evidente) una condotta esemplare per qualsiasi essere vivente, tipico dei gruppi affini al movimento Straight Edge. I Gorilla Biscuits hanno creato l'hardcore come lo è inteso ora. Volete sentire i Comeback Kid come sarebbero suonati alla fine degli anni '80? Ecco da dove parte l'hardcore new school (non quello new-new school alla Verse, dei fautori di quel filone ne abbiamo già parlato.. e forse approfondiremo in futuro). Ecco da dove parte quell'hardcore che si propone di insegnare (teach-core? ahaha).

Ps. allego i testi per farvi un'idea.
Pps. non capirò mai la scelta dei colori della copertina..

01. New direction
02. Stand still
03. Degradation
04. Good intentions
05. Forgotten
06. Things we say
07. Start today
08. Two sides
09. First failure
10. Competition
11. Time flies
12. Cats and dogs

;)

20090810

LA QUIETE - LA QUIETE (2006)


I La Quiete li dovreste conoscere già tutti (se seguite da un po' di tempo Audiolesi). Se così non fosse e pensate che La Quiete sia il nome di un gerontocomio allora è il caso che vi procuriate "La fine non è la fine", capolavoro massimo ed insuperabile di questi cinque bravi ragazzi. Il breve ep in questione si differenzia dal capolavoro sopra citato per l'abbandono quasi totale della linea vocale lontana e disperata del cantante che lascia spazio ad un'altrettanto lontana "linea melodica" (forse più parlata che melodica). A primo impatto la questione mi ha lasciato interdetto, ma con il passare del tempo ho imparato ad apprezzare il nuovo stile. Se i La Quiete vi piacevano già da tempo, anche questo piccolo gioiello vi appassionerà; se i La Quiete non vi aggradavano prima, con questo piccolo gioiello vi piaceranno. Non c'è scampo.

ps. nel file .rar il titolo della prima traccia è riportato come "sulla differenza tra un sorriso e una risata", ma il titolo originale (perlomeno come è scritto sul loro sito ufficiale) è "piccolo di una natura piccolo".

01. Piccolo di una natura piccolo
02. Giugno
03. Era questa la mia prigione di carte?

;)

20090808

AT THE DRIVE-IN - "RELATIONSHIP OF COMMAND" (2000)


Capolavoro. E' l' unico aggettivo che riesco ad associare a questo disco. Ogni tanto mi fermo a pensarci su ma niente, capolavoro é la sola parola che si forma nella mia mente. Comprai questo disco circa tre anni e mezzo fà a scatola chiusa. Si, usai il caro vecchio metodo ormai totalmente abbandonato di comprare un ciddì basato solo su sporadiche recensioni lette, sentito dire, ed hype generale. Niente Last F.M./download preventivo/amico che ti passa il cd. Mai acquisto al buio fu più gradito. Gli At The Drive-in nascono a El Paso ( cittadina texana al confine con il Messico) nel 1993 e dopo un paio di ep pubblicano il loro primo album "Acrobatic Tenement", il quale mostra già chiaramente quali siano le influenze del combo capitanato dal trittico Cedric Bixler-Zavala (voce), Omar A. Rodriguez-Lopez (chitarra) e Jim Ward (chitarra). Fugazi, Drive Like Jehu, Black Flag per quanto riguarda la loro anima più hardcore; Stooges, MC5 e Led Zeppelin (sentite come si evolve la voce di Cedric) per il resto. Ad "Acrobatic Tenement"- che rimane comunque un gran disco- segue quello che é il loro primo capolavoro "In/ Casino/Out" nel 1998, che li vedi ergersi a protagonisti della scena post-hardcore/emocore (quello vero, odio doverlo sempre specificare) di fine anni 90. Nel 1999 esce il bellissimo ep Vaya, dove potete trovare 198d a mio parere una delle più belle canzoni scritte dai cinque texani. Questo è solo il preludio a quello che succederà un anno dopo. Finalmente tutte le influenze espresse nei dischi precedenti che a turno si succedevano, prevaricando l'una sull'altra confluiscono in un unica grande opera: "Relationship Of Command". Hardcore, Funk, Punk, Emo, Progressive, Classic Rock e chi più ne ha più ne metta, definiscono quello che é stato l'album che più ha influenzato la scena alternativa americana e mondiale del nuovo millennio. Nemmeno sto a descrivervi ogni singola canzone (anzi proprio non mi và) vi dico solo che dopo aver sentito questo disco vedrete tutti quelli che continuano a bla-bla-blare di post-hardcore e del significato di Emocore come dei poveri ignavi. A meno che non abbiano sentito quest'album, il che li renderebbe persone degne della vostra più completa attenzione. Per quei pochi che non conscono la situazione vi dico subito che nel 2001 la festa è finita. Infatti in seguito a vari malumori tra il cantante Cedric e il chitarrista Jim ( senza contare il celebre dispotismo in sala di registrazione del buon Omar) gli ATDI si sono sciolti, dividendosi in due band comunque eccellenti, entrambe presenti qui su Audiolesi. Gli Sparta di Jim Ward e i Mars Volta del riccioluto duo Omar/Cedric. Fichissimi tutti e due, eh!

Ma non è la stessa cosa.


Tracklist:
1. Arc Arsenal
2. Pattern Against User
3. One Armed Scissor
4. Sleepwalk Capsules
5. Invalid Litter Dept.
6. Mannequin Republic
7. Enfilade
8. Rolodex Propaganda
9. Quarantined
10. Cosmonaut
11. Non-Zero Possibility
12. Catacombs

;-)

20090807

VERSE - AGGRESSION (2008)


Nel 2008 l'hardcore è cambiato! Si è tinto di scuro. E' diventato ancora più scuro di quanto lo è stato in passato. Hardcore non è più sinonimo di batteria tiratissima e 4 note sparate. Ora ci sono un sacco di arpeggi, un sacco di accordi struggenti e voci straziate che gridano di rabbia. Questo è quello che tutti (gli interessati alla scena perlomeno) hanno percepito e tutti hanno apprezzato e proprio grazie a questo disco miriadi di persone si sono avvicinate al genere. "The New Fury", la prima traccia del disco, è un inno a questo new-newschool; crea perfettamente il cliché di una nuova leva che darà nel giro di un anno la nascita ad un'infinità di gruppi e farà cambiare orientamento a tanti altri (Carpathian su tutti. Discorso a parte per gli Have Heart che hanno prodotto un gioiello di disco pochissimo tempo dopo l'uscita di Aggression, facendosi soffiare da sotto il naso il primato di innovatori). Non si può dire che loro sono stati gli inventori di questa nuova leva in quanto dietro ai 5 bostoniani (eh sì, Boston. Che prolifica cittadina che è per la musica!) ci sono gruppi come Modern Life Is War e Bane che hanno gettato le basi all'innovazione, però i Verse sono stati capaci di personalizzare questo sound portandolo alla gloria. Aggression fa parte indubbiamente dei dischi base che ogni essere vivente dovrebbe ascoltare costantemente. Peccato che si sono sciolti.

01. The new fury
02. Old guards, new methods
03. Suffering to live, scared of love
04. Signals
05. Scream
06. Story of a free man - Chapter one: the end of innocence
07. Story of a free man - Chapter two: the cold return
08. Story of a free man - Chapter three: serenity
09. Blind salvation
10. Unlearn
11. Earth and stone
12. Sons and daughters

;)

20090806

EDWARD'S HAND - PROMO 2006 (2006)


Come promesso ecco gli Edward's Hand. Band di Viterbo formatasi nel 2006 e scioltasi credo lo stesso anno o all'inizio del 2007. Una band che univa quattro menti totalmente differenti e che poteva diventare la next-big-thing. Una miscela di hardcore e metal che non sfociava né nel metalcore (esempio As I lay Dying) né nell'hardcore metallone (esempio Hatebreed). Un ibrido che in Italia era (ed è ancora) inesistente (eccezion fatta per i Face the Fact). L'unica loro registrazione esistente è questo promo di 3 tracce, stampato in casa in sole 50 copie. Ecco spiegato il motivo del logo soprastante invece della copertina.. Perché se non possiedi il disco non possiedi la copertina. E io il disco sfortunatamente non cell'ho (sto ancora cercando gente che lo possiede ma è troppo ardua la ricerca). Comunque l'ho uploadato personalmente quindi direi che è un'esclusiva di Audiolesi (come il post sui The U-Goes).
Se volete sentire la miglior band della Tuscia mai esistita eccovi accontentati!

Piccola chicca: se non ricordo male il testo di "Romeo" è preso da una parte di Romeo e Giulietta.

01. Crucify
02. Slowly
03. Romeo

;)

ENVY - "INSOMNIAC DOZE" (2006)


Furia. Calma. Disperazione. Urla. Pianto. Sorrisi, sepolti dal tempo. Nostalgia e solitudine. Il calare della sera. Il sole basso e freddo dell'inverno. Placidità. Lotta. Oscurità, e sparsi raggi di luce a spezzarla. Tragedia, rimpianto, amore e morte. Ombre del passato. Cose perdute, sabbia in un pugno. Perdita, scomparsa, evanescenza. Labbra diafane, visi eterei. Quello che avevi, che non hai più. Quello che vorresti. Assenze, denti serrati, occhi che bruciano. La gioia di un momento. Un'altalena abbandonata, la ruggine che corrode la vernice rossa. Una spiaggia in gennaio. Nuvole basse e gravide di pioggia. Il tepore di un bagno caldo. Una piccola, momentanea consolazione. Un bambino triste, che gioca da solo. Rami spezzati. Grandine, tuoni lontani. Un groppo in gola che esplode. Parole incise nel marmo della memoria. Lo scorrere del tempo.
Tutto questo è "Insomniac Doze". Benvenuti.

”心を殺し、落ちる最後の言葉”
Suppress my mind, till the last word falls

(Sito Ufficiale)
(Myspace)

Tracklist:
  1. Further Ahead Of Warp
  2. Shield Of Selflessness
  3. Scene
  4. Crystallize
  5. The Unknown Glow
  6. Night In Winter
  7. A Warm Room
;-)

20090804

BE YOUR OWN PET - "[S/T]" (2006)


"To all of our fans, we are sad to bring you the news that our upcoming shows in the UK are going to be our last as a band. We thank you for all your love and support these past few years. It's been a blast, but the time has come for the four of us to go our separate ways".
Il 1° Agosto 2008 le terribili parole che avete appena letto campeggiavano inesorabili sulla home page del sito, il loro sito. I Be Your Own Pet si scioglievano. E così fecero, dopo un ultimo concerto, il 26 Agosto. Grossa, grossa perdita per la musica in generale e l'indie rock in particolare.
Il menù di Audiolesi si arricchisce quest'oggi del miglior disco indie del 2006 (assieme all'EP dei Tokyo Police Club, "A Lesson In Crime"), ed uno dei migliori degli ultimi anni. Un self titled al tritolo. Una bomba assoluta. Sporco, incasinato, grezzo, a tremila: questo il rock'n'roll offerto dalla band di Nashville, Tennessee (date uno sguardo ai compaesani The Ascent Of Everest), con influenze garage e la splendida, graffiante voce della dolce Jemina Pearl, una biondina col fuoco addosso. L'incontro con i BYOP è, per ogni ascoltatore con cui abbia avuto modo di parlare, folgorante. Sapete, spesso si utilizza il termine "bomba" nella descrizione di un disco, se non altro nel gergo di noi giovani: anche io l'ho appena fatto qualche riga fa. Bene, non c'è disco per cui la definizione sia più calzante: "Be Your Own Pet" è un vero e proprio ordigno malefico, un botto clamoroso, un blast auricolare, uno scoppio di raudo nel deretano, un petardo come nemmeno gli ultras laziali. Una fottutissima B-O-M-B-A.
Buon ascolto.

Tracklist:
  1. Thresher's Flail
  2. Bunk, Trunk, Skunk
  3. Bicycle, Bicycle, You Are My Bicycle
  4. Wildcat!
  5. Adventure
  6. Fuuuuun
  7. Stairway To Heaven
  8. Bog
  9. Girls On TV
  10. We Will Vacation, You Can Be My Parasol
  11. Let's Get Sandy (Big Problem)
  12. October, First Account
  13. Love Your Shotgun
  14. Fill My Pill
  15. Ouch
;-)
Related Posts with Thumbnails