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20110228

ASIAN KUNG-FU GENERATION - "君繋ファイブエム" (2003)


Nella migliore tradizione berluscona italiana, su Audio_lesi si fanno i post ad personam. Mi accingo dunque a rispettare la promessa fatta a robertotad circa 6000 anni fa e vi offro in pasto il primo vero e proprio full-lenght degli Asian Kung-Fu Generation, di cui avevamo già parlato qui. Che sono giapponesi lo sapete, che fanno punk-rock preso a bene e senza pretese anche, che il frontman Masafumi Gotō in Giappone se le porta a letto tutte ma a Viterbo rimarrebbe probabilmente a bocca asciutta, beh, questo magari lo immaginate.
Comunque, "Kimi Tsunagi Five M" (questa la lettura del titolo) è un disco molto carino. Prestare particolare attenzione alle tracce numero 2, 未来の欠片 ("Mirai No Kakera", "frammenti di futuro"), e 5, 夏の日、残像 ("Natsu No Hi, Zanzō", più o meno "un giorno d'estate, tracce").

Tracklist:
  1. フラッシュバック (Furasshubakku)
  2. 未来の破片 (Mirai No Kakera)
  3. 電波塔 (Denpatō)
  4. アンダースタンド (Andāsutando)
  5. 夏の日、残像 (Natsu No Hi, Zanzō)
  6. 無限グライダー (Muren Guraidā)
  7. その訳を (Sono Wake Wo)
  8. N.G.S.
  9. 自閉探索 (Jihei Tansaku)
  10. E
  11. 君という花 (Kimi To Iu Hana)
  12. ノーネーム (Nōnēmu)
;-) via http://ipodessentials.blogspot.com
USA SOLDI COMPRA DISCO

GIORGIO MORODER - BATTLESTAR GALACTICA (1978)


Miei cari meteoriti impazziti, oggi posto questa chicca per gli amanti delle serie sci-fi, la colonna sonora originale del celebre serial "Battlestar Galactica" (non il remake!). Alla produzione il "nostro"Giorgio Moroder, a testimonianza del fatto che, quando si parla di culi in copertina, l'Italia ha sempre fatto la sua porca figura. Non stupisce che nel 2005 Carlo Azeglio Ciampi abbia insignito Moroder della carica di Commendatore della Repubblica. La musica è davvero spaziale, un protodisco farcito di synth oscillanti, basso slapping e tupatupa: la colonna sonora definitiva per giocare ad Ogame.


A Battlestar Galactica
A1 Theme From "Battlestar Galactica" (2:39)
A2 Destruction Of Peace (2:41)
A3 Transmitter - Part I (1:27)
A4 Adama's Theme (1:25)
A5 It's Love, Love, Love (3:56)
A6 Transmitter - Part II (0:55)
A7 Exploration (2:33)
A8 Theme From "Battlestar Galactica" (0:40)
B Evolution (15:18)


20110224

END OF A YEAR - THE SORROWFUL AND IMMACULATE HEART OF EMANUELA ORLANDI (2011)


L'altro mese è uscito il nuovo 7" degli End of a Year totalmente senza preavviso (i Radiohead quindi gli fanno una sega, a loro e ai Blacklisted che nel 2009 fecero uscire il nuovo lp senza dire niente a nessuno) e manco a dirlo, è da paura. Solita roba: gli EOAY stanno ancora in fissa con il post-hc à la Dischord, Wikipedia e la gente. Stavolta la cosa stramba è che il tema principale del 7" in questione è una ragazzina italiana scomparsa negli anni '80. Boh.

Ps. consiglio a tutti di seguirli su Twitter, ché è fico vedere come smerdano tutto e tutti in modo creativo.

01. Emanuela Orlandi
02. Mehmet Ali Ağca
03. The sorrowful and immaculate heart of Mary

;) (via http://toxicbreedsfunhouse.blogspot.com/)
BUY IT!

20110223

GANG OF FOUR - ENTERTAINMENT! (1979)



Senza dubbio uno degli album più influenti della storia del (post) punk e della musica in generale, "Entertainment!" ha formato centinaia e centinaia di gruppi (personaggi del calibro di Flea, Kurt Cobain e Michael Stipe lo hanno più volte citato tra i loro dischi preferiti). Il trio, composto da Andy Gill, Jon King e Mark Heaney, si forma a Leeds e ha prodotto sette album (l'ultimo dei quali uscito un paio di settimane fa in occasione della reunion). Oltre all'aver inventato di fatto il punk-funk tanto in voga oggi, il gruppo si distingue anche per i testi ad alto contenuto politico e per un uso a dir poco innovativo della chitarra, suonata con furore epilettico. Ad aprile è previsto il loro tour europeo, l'8 saranno a Roma all'Alpheus. Da non perdere.


01. Ether
02. Natural’s Not in It
03. Not Great Men
04. Damaged Goods
05. Return the Gift
06. Guns Before Butter
07. I Found That Essence Rare
08. Glass
09. Contract
10. At Home He’s a Tourist
11. 5.45
12. Anthrax

20110219

THE MUMMIES - NEVER BEEN CAUGHT (1992)



Chi ha un minimo di familiarità con il garage-punk conoscerà sicuramente i Mummies, gruppo californiano da paura attivo sin dalla fine degli anni '80. Uno di quei gruppi che, pur non sapendo minimamente suonare (nel senso prettamente tecnico del termine), riesce a sprigionare una carica davvero non da poco. Oltre alla gojeria totale dei loro costumi (di meglio credo non si possa fare), il gruppo è conosciuto nell'ambiente per il rifiuto totale del cd. Infatti hanno sempre e solo stampato su vinile (eccezion fatta per il live-reunion del 2000, "Death by Unga Bunga") e sul retro di solito c'è sempre una scritta "Fuck c.d.s". Altre chicche: la Pontiac Ambulance che vedete sulla cover dell'album è la stessa che usavano per i loro tour in giro per gli Usa. Sono davvero convinto che i loro live spaccassero il culo, anche qui nel senso letterale del termine: si narra infatti che i Mummies siano nella top ten dei gruppi più maleducati di tutti i tempi e che usassero subissare di insulti irripetibili il pubblico ai loro concerti..
"Never been caught" è il loro secondo album, a mio parere uno dei più fichi. 
PS: E sticazzi Sanremo.


1 Your Ass (Is Next in Line) (2:26) 
2 Stronger Than Dirt (2:13) 
3 Little Miss Tee-N-T (2:21) 
4 Come on Up (2:13) 
5 Sooprize Package for Mr. Mineo (1:53) 
6 Rosie (2:50) 
7 Shot Down (2:00) 
8 Ballad of Iron Eyes Cody (2:15) 
9 Skinny Minnie (2:11) 
10 She Lied (2:00) 
11 Red Cobra #9 (2:17) 
12 Frisko Freeze (1:20) 
13 Justine (1:57) 
14 Mariconda's a Friend of Mine (2:10) 
15 Thing from Venus (2:00) 
16 Shut Yer Mouth (2:01) 
17 Jezebel (2:52) 

20110216

SANREMAGEDDON 2011: INDIGESTIONE

Ieri sera si è inaugurato il Festival della Canzone Italiana 2011. Ricordando il nostro grandissimo impegno nel descrivervi la scorsa edizione e risoluti ad essere sempre sulla notizia come è nostro costume, ritengo sia opportuno raccontarvi ciò che la kermesse analalimentare di iersera ha offerto al popolo italiano stercorario.

LA CREW
Dopo le copiose secchiate di borra dell'anno scorso, il 2011 ha portato a Sanremo nuove abitudini gastronomiche tra i presentatori, che già il nostro banner testimonia; per i più distratti ed i meno originali a tavola, delle immagini chiarificatrici:
"m'hai provocato, e io me te magno"

"COSA ci sarebbe per pranzo?!?"

"da leccarsi le dita!"

"ce n'è a palate, ragazzi! a palate!"

LE CANZONI
Dal piatto all'udito, sempre di merda si tratta. A botti, otri, giare e damigiane. Unico momento leggermente sopra la media: la discesa dall'Empireo del Maestro (un cameo nel brano di Luca Madonia), che degna la platea stercofaga di un brano, "L'Alieno", perfettamente all'interno dei canoni sidero-catanesi cui ci ha abituato nella sua decennale carriera.

Alcuni episodi da porre sotto i riflettori:
la commovente dedica della Tatangelo ad un noto borgo dell'entroterra perugino

Il passaggio di Al Bano ai dolorosi temi della cronaca nera, con un brano, "Amanda è libera", che tratta dell'omicidio di una prostituta. La svolta stilistica del cantautore pugliese è testimoniata dalla cover del singolo in concorso, che vi proponiamo in anteprima nazionale

Il ritorno di Max Pezzali, di cui vi offriamo uno scatto rubato all'uscita dal Teatro Ariston

Stasera ci sono i giovani. Copertina, pantofole, divano, un bel vassoio di krapfen alle feci e tutti davanti alla TV, che ci propina la bella, nuova, originale musica italiana.

20110215

FRANCO BATTIATO - FETUS (1972)




Ormai ci siamo: il Festival della Coprofagia è alle porte e data l'occasione eccovi servito uno dei migliori album italiani di sempre, ad opera del maestro Franco Battiato. Chissà come gli sarà venuto in mente di andare a Sanremo... spero solo che se ne esca con una canzone che butti giù merda a palate contro l'infame classe politica che ci governa. 
Ad ogni modo, il disco in questione  è il primo della sua sterminata discografia (più di 35 album) ed è intriso di prog, classica, sintetizzatori, krautrock e space-Stravinskij. I testi, ispirati in gran parte dalla genetica,  sono - inutile dirlo - una bomba totale.

Due chicche prese da wikipedia:

1. Il testo della canzone "Fenomenologia" si conclude con le formule x1 = A*sen (ωt), x2 = A*sen (ωt + γ). Tale scrittura si può considerare come la formulazione matematica dell'intero tema dell'album. Le due espressioni matematiche infatti, se rappresentate nello stesso grafico, sono due sinusoidi di uguale ampiezza ma sfasate di un'unità (gamma), il che risulta essere la rappresentazione in due dimensioni dell'elica del DNA (tema appunto principale dell'album).


2. Alla fine della canzone "Meccanica" si sente un estratto delle conversazioni che intercorsero tra l'equipaggio dell'Apollo 11 (Neil Armstrong e Edwin Aldrin) ed il presidente Richard Milhous Nixon.


TRACKLIST
“Fetus”
“Una cellula”
“Cariocinesi”
“Energia”
“Fenomenologia”
“Meccanica”
“Anafase”
“Mutazione”

20110214

AREA - "CAUTION RADIATION AREA" -(1974)



Domani inizia Sanremo,e a qualcuno non va bene: http://sanremochiuso.com/. Sanremo ovviamente non è bella musica, ma da un cero punto di vista non è nemmeno musica. Il teatrino ligure è un'occasione in più per dimenticare tutti insieme quello che la nostra bella penisola ha in realtà sfornato nel corso degli anni. Continuando ad essere conosciuti all'estero solo per gli stornelli napoletani , sarà difficile riottenere credibilità musicale da tutto il mondo.Dico "riottenere" perchè una volta la stima ce l'avevamo.E la ottenemmo in un periodo in certi sensi più difficile rispetto al ventunesimo secolo.Porto come esempio gli Area, band che insieme a Le Orme,Banco del Mutuo Soccorso,PFM, portava la musica d'avanguardia ad altissimi livelli, quando le canzonette la facevano da padrone, e quando far conoscere la musica era ben più arduo di oggi.Il prog italiano non aveva nulla da invidiare alle produzioni di oltreoceano,anzi eravamo anche piuttosto in corsa con i tempi.Oggi in Italia i generi musicali nuovi arrivano alla vetta dopo circa sette/otto anni, e all'estero ridono se un gruppo propone merce ormai trita e ritrita.Il prog invece porta come simbolo il 1969-1971 (anno più anno meno...) e tutto in tutto il mondo venne detto in quei giorni, e la voce dell'Italia fu una delle più gloriose ed apprezzate.Non sto qui a spronare tutti a riconquistare la musica e a pensare bene a quello che si vuole suonare (sarebbe un altro discorso bello lungo quello del rendersi conto di cosa si sta suonando e cosa si sta registrando e cosa si sta proponendo), ma disse qualcuno riguardo alla stampa :"ora grazie a Gutenberg anche i più idioti potranno scrivere la loro".

Tracklist:
1. Cometa rossa - 4:00
2. ZYG (Crescita zero) - 5:27
3. Brujo - 8:02
4. MIRage? Mirage! - 10:27
5. Lobotomia - 4:23

;-) via urbanaspirines

COMPRA

AUDIOPOST@ - MITOCHONDRION - PARASIGNOSIS (2011)


La nostra casella di Audiopost@ è on fire... ecco la recensione del nostro ormai affezionatissimo LoMerz.


In realtà una recensione per questo disco l'avevo già scritta, ma è risultata talmente prolissa che non ho voluto impiegare lo spazio gentilmente offerto dalla Audiolesi S.p.a. in maniera eccessivamente ludica se non luddista. Però cerco di propinarvela lo stesso lasciandovi il link.

Ostinarsi a voler inquadrare un gruppo musicale in determinati generi è una cosa tanto inutile quanto sciocca. Questo lo so. Anzi, sono il primo a dirlo, ma sono il primo anche a tradirmi. Sì, perché con iTunes, sotto la voce “genere”, dispenso tag ad ogni singolo gruppo spesso (molto spesso, in verità) anche multiple separando con una virgola le une dalle altre e talvolta, non sapendo appioppare un genere ad alcune bands, fuggo le asperità chiedendo asilo a Last.fm, anche se non sempre è di vero aiuto. Che volete farci... come per ogni altra arte, quella della musica è anche questo. Quantomeno per i maniaci. Se volete farvi un'idea di cosa sto parlando, mi trovo dunque costretto a specificare che Parasignosis è un mix tra death e black metal che giova, qua e là, di qualche spruzzata grind.
Il disco è massiccio, i ritmi serrati, il missaggio quasi claustrofobico. Come ogni metallaro tendenzialmente adulatore nei confronti del sovrannaturale (non necessariamente nell'accezione positiva del termine – e il trittico introduttivo “Pestilentiam Intus Vocamus, Voluntatem Absolvimus” può ben documentarlo), i latinismi nei titoli delle tracce giocano in difesa, tanto per adottare una terminologia calcistica, preservando la tradizione del genere. Ciò che suscita una reale e più significativa attenzione, però, è l'attacco: il consueto intro/verso/ritornello ce lo possiamo dimenticare perché ogni pezzo è in continua evoluzione, i riff si accavallano, la velocità varia continuamente da veloce a velocissimo per rallentare solo in poche occasioni accuratamente create, episodici arpeggi/tappeto quasi impercettibili dilatano i tempi fino a varcare anche la soglia dei 10 minuti.
Aperta parentesi. Negli ultimi 15 anni il metal ha appeso borchie, pantaloni di pelle e chiodo al chiodo [ahaha, una battuta scontata come questa non potevo farmela sfuggire!] per evolversi e sfondare le porte della ridondanza di matrice '80 addentrandosi in confini sempre meno individuabili. Se pensiamo a gruppi quali Neurosis, Pelican, Isis, può subito apparirci chiara la differenza che corre tra questa strana e polivalente frangia di esistenzialisti e gli ubriaconi festaioli à la Iron Maiden, Judas Priest (buargh!), Motley Crue (BUARGHHH!!!). Tutto questo è stato possibile grazie ai Tool prima – che peraltro non apprezzo moltissimo -, e grazie a chi da questi ha ricevuto l'input giusto poi. Da qui il metal ha ottenuto un sound più profondo, più robusto, qualcosa che, invece di farti sanguinare le orecchie con gli acuti, fa tremare la terra sotto ai piedi con le onde basse; l'accanimento verso velocità e ostentazione virtuosistica si è affievolito lasciando più spazio alla sperimentazione e alla composizione; la raffinatezza intellettuale, anche se spesso ossessionata dalle visioni apocalittiche care ad un certo genere di folk di cui tempo fa parlai, ha soppiantato la rudezza fine a sé stessa. Un discorso a parte merita il metal che ha vissuto in simbiosi con l'hardcore instaurando con quest'ultimo uno scambio reciproco di attitudini partendo dai Metallica del 1983, passando per gli Slayer e definitivamente scosso dai Napalm Death (laudati siano). Chiusa parentesi.
Su tutti, spiccano i pezzi Tetravirulence (terzo atto della trilogia pestilenziale) e, nomen album, Parasignosis. Chiaramente, non siamo di fronte ad un disco epocale, bensì ad un prodotto di molto buona qualità anche da un punto di vista tecnico. Tra l'altro se il cantato growling fosse stato suino un solo punto in più, tipo 2 Minuta Dreka, l'avrei cestinato senza esitazione alcuna, ma ancora siamo nell'ambito della decenza. A questo punto c'è da aggiungere un'ultima cosa: solo Burzum e i suoi discepoli giocano il ruolo di irriducibili per difetto di loro stessa natura, ma anche nel metal puramente estremo (quindi non parlo degli esperimenti di Amesoeurs o Nachtmystium) si sta muovendo qualcosa verso direzioni meno canoniche. Se prendiamo atto di questo, allora non ci resta che  tenere le orecchie ancora più tese e cominciare col non farsi scappare questa piccola perla.
Cthulhu save the metal!

Tracklist
01. Plague Evockation (pestilentiam Intus Vocamus, Voluntatem Absolvimus Part I),
02. Lex Ego Exitium (pestilentiam Intus Vocamus, Voluntatem Absolvimus Part Ii)
03. Tetravirulence (pestilentiam Intus Vocamus, Voluntatem Absolvimus Part Iii)
04. Trials
05. Rift/apex
06. Parasignosis
07. Banishment (undecaphosphoric)
08. Kathenotheism
09. –
10. -
11. Ambient Outro

;) - via http://situomerz.blogspot.com

AUDIOPOST@ - AGAINST ME - REINVENTING AXL ROSE (2002)




Riceviamo e ripubblichiamo la mail del nostro caro Andrea...

L’importante è arrivarci. Non so il motivo per cui nei miei lunghi anni di ascolti non abbia mai dedicato tempo agli Against Me! Ma c’è sempre tempo per rimediare. La band from Gainesville, Florida, è un mix letale di punk-riot-someacoustic-irish-folk-rock, il quale conferisce al disco in questione una varietà non da poco, che si lega alla perfezione con lyrics dal sapore di rivolta, festa e rabbia. Ascoltando bene questo disco,  il bisogno di rompere vetrine di Starbucks, di bere Guinness in onore dei caduti, di sing along con gli amici di sempre, di odiare i Guns’N’Roses sarà sempre più latente. Vale la pena provare, non credete?

1. Pints of Guinness Make You Strong

2. The Politics of Starving
3. We Laugh at Danger (and Break All the Rules)

4. I Still Love You Julie
5. Scream it Until You're Coughing up Blood
6. Jordan's 1st Choice
7. Those Anarcho Punks are Mysterious
8. Reinventing Axl Rose
9. Baby, I'm an Anarchist
10. Walking is Still Honest
11. 8 Full Hours of Sleep


GREGORY AND THE HAWK - "MOENIE AND KITCHI" (2008)


Gregory And The Hawk non è un gruppo, ma lo pseudonimo dietro cui si cela la musicista e polistrumentista newyorkese Meredith Godreau, adottato allo scopo di staccarsi di dosso l'etichetta di cantautrice. Scoperta recente e felice per me, la pulzella si prodiga in un pop raffinato, dolce, malinconico ed elegante, che ben si accompagna al sole basso delle giornate che si allungano.
"Moenie And Kitchi" è il suo secondo disco, e mi fa venir voglia di uscire a rotolarmi nei prati e nel letame, piuttosto che stare a passare il tempo su Blogger. Ma si sa, il world wide web è ormai parte essenziale delle nostre vite, me l'ha detto il TG2. Quindi eccomi qua.

Tracklist:
  1. Oats We Sow
  2. August Moon
  3. Doubtful
  4. Grey Weather
  5. Voice Like a Bell
  6. Wild West
  7. Stone Wall Stone Fence
  8. Ghost
  9. Superlegend
  10. Harmless
  11. Two Faced Twin
;-) via http://ychorus.blogspot.com
SVOLGI IL TUO DOVERE DI CONSUMATORE, COMPRA!

20110212

SED NON SATIATA - SED NON SATIATA (2010)


Se c'è una cosa che i francesi sanno fare meglio di mangiare ranocchie è sicuramente fare screamo. Già ci sono i Daïtro a regnare sul paese dei pomicioni, giusto? bene, si aggiungono i Sed Non Satiata di prepotenza come co-leaders (tra l'altro nella loro discografia (due split e due ep) è presente un lavoro con i compatrioti citati più su). Questo è il secondo ep (che comunque dura la sua buona mezz'ora), che a dispetto della copertina brutta (che cazzo è? una piscina vuota vista tramite una rete da calcio?) è un piccolo gioiellino. Se i Daïtro vi piacquero (per lo meno al tempo di Laisser Vivre les Soulettes (lasciate vivere le solette??)), di sicuro andate sul sicuro anche con i SNS. Lo stampo è lo stesso: liriche in francese, strillate ma con sprazzi melodici e spoken, buona registrazione, begli arpeggioni, poco caos, roba fica insomma. Sanno dare però al tutto il loro tocco, una cifra post-rock e una cifra post-hc (la seconda traccia, totalmente strumentale, parte in crescendo, si apre, si richiude e si riapre e si richiude alternando power-chords pienotti e delay ultradecisi), e sanno essere molto groovosi (l'incipit del primo pezzo molleggia una cifra), il tutto senza sfociare nel banale. E bravi sti francesi.

01. Les colonnes de soie
02. Osögõ orõ
03. Entre les mots
04. Calle Jaen 23... Ou l'antre de la bête
05. L'arrache cœur

;) (via http://itsachugknocklife.blogspot.com/)
Non lo so dove si compra, hanno abbandonato tutte le loro pagine su internet.. boh.

20110211

BAUHAUS - IN THE FLAT FIELD (1980)



Mie care sanguisughe, con questo disco aggiungiamo un altro tassello fondamentale al nostro blog. Registrato nel 1980, "In the flat field" è il disco che ha inaugurato il filone goth rock (escludendo ovviamente il singolo "Bela Lugosi's dead" dell'anno precedente). Cupi, viscerali, vampireschi, i Bauhaus amalgamano alla perfezione il punk con le influenze glam del decennio '70. E' come se David Bowie fosse stato morso da un vampiro e si fosse rintanato sui Carpazi per impalare qualche migliaio di giovani vergini. Glaciale come il marmo di una lapide, questo disco vi farà venir voglia di decomporvi in una bara sotto tre metri di terra umida. Lo comprai più di quindici anni fa da una bancarella di cd masterizzati (la copertina è tutta in bianco e nero, per cui fotocopiata era identica all'originale). Bianco e nero, non a caso, sono l'alfa e l'omega della band di Northampton, che proprio nell'album di addio del 2008 - "Go away white" - decise di congedarsi dalla scena musicale irradiandosi di candore.


1. Dark Entries
2. Double Dare
3. In The Flat Field
4. God In An Alcove
5. Dive
6. Spy In The Cab
7. Small Talk Stinks
8. St. Vitus Dance
9. Stigmata Martyr
10. Nerves
11. Telegram Sam
12. Rosegarden Funeral Of Sores
13. Terror Couple Kill Colonel
14. Scopes
15. Untitled
16. God In An Alcove
17. Crowds
18. Terror Couple Kill Colonel 

EDALINE - "I WROTE THE LAST CHAPTER FOR YOU" (1999)


Gli Edaline sono una band che a noi froci di Audio_lesi, nonchè agli omosessuali che ci seguono costantemente e condividono gli stessi orizzonti musicali, piacerà molto. Gruppo underground della scena emo-midwest californiana, si sono formati nel 1996 e sciolti tre anni più tardi, appena dopo aver rilasciato questo "I Wrote The Last Chapter For You". Come il titolo lascia intendere, la romanticheria la fa da padrona, le chitarre arpeggione pure, il mood alla Sunny Day Real Estate anche. Forse leggermente più indie rock rispetto agli altri esponenti della loro scena, gli Edaline si stanno configurando come la mia fissa del momento. Viva l'amor sofferto, viva i ragazzi di una volta che lo cantavano come cristo comanda, viva l'Internèt che ci permette di riscoprire le perle del tempo che fu.

Tracklist:
  1. Andrea Gail
  2. Crisis In Silence
  3. Stranded
  4. This Fabricated Town
  5. Southern Pacific
  6. Drain It - The End Result
  7. Crescent Moon Eyes
  8. Thinking Of View
;-) via http://carriedouttosea.blogspot.com
FINANZIA L'EMO ANNI NOVANTA

20110210

TENNIS - CAPE DORY (2011)




I Tennis sono una delle novità più hip della scena indie americana. Sulla scia di gruppi come i californiani Best Coast, i Tennis altro non sono che due piccioncini innamorati (i coniugi Patrick Riley e Alaina Moore), che in questo disco narrano di un loro viaggio in barca a vela lungo la East Coast statunitense. Insomma, dammi tre parole: sole, mare e amore e il gioco è fatto. Abbastanza strano, se si pensa che i due vengono dalla montagnosissima Denver (che dal mare più vicino dista circa 2.100 km).
Complessivamente il disco è molto gradevole, a tratti stucchevole nella sua caramellosità, ma si lascia ascoltare con piacere. Niente di nuovo sotto al sole, per carità. Il revival anni '60 tanto in voga oggi (vedi Dum Dum Girls) è in realtà un revival del revival: già negli anni '80 c'erano diversi gruppi che si rifacevano al decennio Beatlesiano (basti pensare ai Go Go's). Per la serie "sono solo canzonette", ma quanto ci piace?


  • Take Me Somewhere

  • Long Boast Pass

  • Cape Dory

  • Marathon

  • Bimini Bay

  • South Carolina

  • Pigeon

  • Seafarer

  • Baltimore

  • Water Birds



  • 20110209

    TYLER, THE CREATOR - "BASTARD" (2010)


    Il buon xandreax ce li ha introdotti con l'album di Earl "frullato-di-droga" Sweatshirt e oggi, vorrei portare anche io avanti il discorso sui OFWGKTA parlando del boss nonché produttore della maggior parte dei pezzi del collettivo Hip-hop più amato del momento: Tyler, The Creator. Il ragazzo ha 22 anni, studia arte all'università of qualcosa e sta in fissa con Liars e Grizzly Bear. NON il vostro tipico producer/rapper, diciamo così. Il suo disco solista è un insieme di suoni acidi, rimandi a certo hip-hop old school, e una voce profonda già di suo che viene ulteriormente abbassata in alcune tracce (sembra di sentire Barry White che fa le rime). I testi nemmeno vi sto a dire di cosa parlano, il video qui sotto è abbastanza esplicativo, ma sono in ogni caso quasi sempre provocatori e graffianti (anche in onor del fatto che tutti questi ragazzi idolatrano il primo Eminem) tranne quando l'attenzione si sposta sul suo rapporto con il padre, rivelando un qualcosa di più profondo e sentito. Insomma, ammetto che non vedevo una tale vivacità nel mondo dell'hip-hop da un bel po' di tempo.

    Ah, quasi sicuramente entro un mese diventeranno ultra-famosi e passeranno dagli skate alle hummer (il 16 di questo mese sono ospiti al Jimmy Fallon) perciò ascoltate la loro roba finché siete in tempo. Swag!




    Tracklist:

    1. "Bastard"
    2. "Seven"
    3. "Odd Toddlers" (feat. Casey Veggies)
    4. "French!" (feat. Hodgy Beats)
    5. "Blow"
    6. "Pigs Fly" (feat. Domo Genesis)
    7. "Parade"
    8. "Slow It Down" (feat. Hodgy Beats)
    9. "AssMilk" (feat. Earl Sweatshirt)
    10. "VCR/Wheels"
    11. "Session" (feat. Hodgy Beats & Mike G)
    12. "Sarah"
    13. "Jack and the Beanstalk"
    14. "Tina" (feat. Jasper Loc and Taco Bennett)
    15. "Inglorious"

    ;-) Il disco, come tutti gli altri, sarebbe scaricabile gratuitamente dal loro sito http://oddfuture.tumblr.com/ ma il link è down quindi ne ho trovato un altro.

    20110208

    AFFLUENTE - "MOLTITUDINE SUINA" - (1994)



    150 anni e non li dimostra.La nostra Italia è un paesello giovane giovane,ma in mano ad una "moltitudine suina".Questo disco del 1994 è oggi più attuale che mai.Il sarcasmo cinico della storica band punk-hardcore di Ascoli Piceno rispecchia il mega bordello che è la nostra società.La chiesa mette la bocca ovunque, e qui l'invito degli Affluente: "rinneghiamo Dio e diventiamo atei".Già nel 1994 cantavano "tutto converge verso il biscione" e bestemmiavano in altri loro pezzi, cosa non osata da molti.Il Cannella si esprime come se una persona stesse sfogando tutta la rabbia repressa accumulata giorno dopo giorno davanti alla tv,ai teatrini italioti, agli scandali. Molti aneddoti attorno a questo grande gruppo.Uno su tutti fu un grande qui pro quo dopo un loro concerto in cui suonarono "Forza Italia,sieg heil!",ovviamente l'ironia non sempre è colta dai compagni...

    Tracklist:
    1. Rinneghiamo Dio
    2. Un Posto Chiamato "Me Ne Frego"
    3. L'Italia Ai Negri
    4. Bocche Incolte
    5. Forza Italia
    6. Su La Testa
    7. Missione Di Piacere
    8. Fantasmi Della Vita
    9. Non Soggetto Al Cambiamento

    ;-) via http://strappadometalblog.blogspot.com/2010/08/affluente-moltitudine-suina-1994.html

    compra,esiste solo in sette pollici

    20110205

    MEAT PUPPETS - MEAT PUPPETS II (1984)


    Conosciuti ai più per aver suonato ben tre loro brani ("Plateau", "Lake of Fire" e "Oh me") con i Nirvana durante il mitologico Unplugged in New York, i fratelli Kirkwood amavano fare incetta di droghe e alcool e recarsi nel deserto per dar vita a interminabili jam session. Punk, country e psichedelia si intrecciano, assumendo una carica oserei dire primitiva. Altra notazione imprescindibile: la band ha pubblicato ben 7 dischi con la SST Records, la storica etichetta californiana fondata dai Black Flag e che annoverava Minutemen, Husker Du, Sonic Youth e Dinosaur Jr.
    Più accessibile dell'esordio, Meat Puppets II porterà anche voi tra le dune e i cactus dell'Arizona. Roba da far morire d'invidia anche Raoul Duke.


    1. "Split Myself in Two"
    2. "Magic Toy Missing"
    3. "Lost"
    4. "Plateau"
    5. "Aurora Borealis"
    6. "We're Here"
    7. "Climbing"
    8. "New Gods"
    9. "Oh, Me"
    10. "Lake of Fire"
    11. "I'm a Mindless Idiot"
    12. "The Whistling Song"

    ;-) - viados

    20110204

    COLD CAVE - THE GREAT PAN IS DEAD (2011)


    E' appena uscito il nuovo singolo dei Cold Cave, rilasciato da Wes Eisold stesso sul loro tumblr in free download. Insieme al pezzo in high quality, nel file .rar c'è la copertina del disco in uscita tra qualche mese e il testo di The Great Pan Is Dead. Apparte il wtf della copertina del singolo digitale (che se non erro (spero di sì, lol) è lui truccato da donna?), se il disco è fico quanto il pezzo in questione già so che rientrerà nella top 3 dei dischi dell'anno. Anche se stiamo ancora a Febbraio, io lo dico, singolo dell'anno. Vediamo se scappa fuori qualcosa che lo batte.

    01. The great pan is dead

    ;) (via http://coldcave.tumblr.com/)

    20110202

    ALAN VEGA - S/T (1980)



    Alan Vega è in assoluto (e a ragione) uno dei musicisti più idolatrati della storia. Studente d'arte squattrinato nella New York a cavallo tra i '60 e i '70, la sua carriera artistica muove i primi passi nel campo della scultura (materiale prediletto: la plastica) e delle installazioni di luce. Nel 1969 avviene la folgorazione, l'evento che lo indirizzò definitivamente verso la carriera di cantante: un concerto di Iggy Pop. Totalmente rapito dalla performance dell'iguana, Alan Vega trascinò i suoi amici a rivedere Pop il giorno seguente (gli Stooges suonavano praticamente tutte le sere). Un paio d'anni dopo nascono i Suicide (era il '71), inizialmente un duo d'improvvisazione che si esibiva nelle gallerie d'arte. I loro spettacoli si intitolavano "Messe di musica punk": davvero avanti coi tempi se pensiamo che la stessa parola "punk" all'epoca era di fatto un neologismo. Vega suonava (stuprava?) la tromba e qualche altro strumento, ma con risultati davvero deludenti, così decise di dedicarsi esclusivamente al cantato, lasciando tutta la parte musicale al buon Martin Rev. Nel 1977 incidono il mitico album d'esordio "Suicide", a detta di tutti il primo album punk senza chitarra e batteria (tra l'altro nell'anno che segna l'apogeo del punk tutto chitarre e batteria). Insomma, un innovatore musicale ante litteram, come dimostra il suo primo album solista, fortemente intriso di rockabilly, proto-techno e navi spaziali. Il cantato, saturo di riverbero, rappresenta ciò che Elvis sarebbe diventato se invece di ingurgitare  cheeseburger si fosse dedicato agli acidi o alla droga in genere.  Un disco che vi farà eiaculare dai padiglioni auricolari, ne sono certo. 


    1. Jukebox Babe (4:46)
    2. Fireball (3:52)
    3. Kung Foo Cowboy (3:22)
    4. Love Cry (4:45)
    5. Speedway (2:30)
    6. Ice Drummer (4:26)
    7. Bye Bye Bayou (8:37)
    8. Lonely (2:42)

    20110201

    EARL SWEATSHIRT - EARL (2010)


    Parliamo di roba ultratarpana. Earl, un ragazzino di 16 anni su cui girano varie storie (tipo che è stato fatto rinchiudere in una sorta di riformatorio dalla madre, dopo che questa ha visto il suo video), che rappa di cocaina, zoccole e nullafacenza. Il figlio che vostra madre non vorrebbe e il disco che vostra madre vi obbligherebbe a non ascoltare. Niente bling-blingaggine con macchine costose e culi traballanti. Solo malattia mentale, marciume sociale e produzione cruda che mozza il fiato.
    Il tipetto in questione fa parte degli OFWGKTA, che sta per Odd Future e qualcos'altro, un gruppo di ragazzacci che producono hip-hop, fanno skate e probabilmente si drogano abbestia. Se il futuro dell'hip-hop risiede in questi giovani malsani non mi preoccupo affatto. Molto meglio della merda che fanno Lil Wayne, Gucci Mane e i vari nigga tatuati in faccia.
    Free Earl.

    E il video suscita lolz.


    Ps. il disco è in free download sul loro blog. Sotto c'è il link.

    01. Thisniggaugly
    02. Earl
    03. Couch (feat. Ace Creator)
    04. Kill
    05. Wakeupfaggot
    06. Luper
    07. epaR (feat. Vince Staples)
    08. Moonlight (feat. Hodgy Beats)
    09. Pidgeons (feat. Wolf Haley)
    10. Stapleton

    ;) (via http://oddfuture.tumblr.com/)

    RED WORMS' FARM - "AMAZING!" - (2005)



    Ci si avvicina al centocinquantesimo anniversario dell'unità di Italia.Invito allora con fare patriottico tutti gli Audio_lesi a sommergere l'internet con post italiani (cosa che comunque facciamo spessissimo).Io inizio con i padovani Red Worms' Farm, gruppo della madonna sottovalutato secondo me. Questo disco propone un indie rock come dire all'italiana, tanto per rimanere in tema.Sì ci sono le classiche strizzate d'occhio esterofile però ci sento il sound che trovavo nei vari Winter Beach Disco, Canadians,Tiger!Shit!Tiger!Tiger!, One Dimensional Man e affini.Quindi diciamo che nell'indie nostrano un minimo comune denominatore c'è.E questo è bene, è bene!Suonare scaciati ammiccando al noise come se non ci fosse un dimane,ma con la bella melodia di una volta.Napoli come Seattle.

    Tracklist:

    1. Finish
    2. Yeah, yeah everything
    3. I'm lookin for
    4. A song for old people but not aged
    5. Rythm is a dance
    6. Pop song remix
    7. ABC
    8. Nervous act
    9. Two cups
    10. Telephone

    ;-) viva VERDI

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